Procedono spediti, secondo il cronoprogramma, i lavori del Viadotto Bovara.
La stipula del contratto e l’inizio dei lavori portano la data del 1° dicembre 2021, momento dal quale decorrono i quattordici mesi di tempo per la conclusione delle opere.
L’importo contrattuale dei lavori è di 1.241.911,65 euro con un ribasso del 29,6%.
I lavori, secondo quanto concertato, dovranno terminare entro il febbraio 2023, ma se dovessero proseguire a questi ritmi non è escluso come il Viadotto Bovara possa riaprire qualche settimana prima.
In questi giorni sono in corso i lavori di posizionamento dei pali di fondazione, che hanno la funzione di trasferire una parte molto significativa del carico in profondità su orizzonti di terreno profondi con l’obiettivo di ridurre i cedimenti a lungo termine.
“Non posso che esprimere la mia soddisfazione per la celerità dei lavori – ha affermato il presidente della Provincia di Campobasso, Francesco Roberti – La speranza è che si possa proseguire con questi ritmi. A prescindere da ciò, comunque, entro un anno l’ente provinciale arriverà alla risoluzione di un altro degli annosi problemi viari di cui si parla da anni. Sin dal mio insediamento alla presidenza di Palazzo Magno mi ero posto diversi obiettivi relativi alla risoluzione di problemi viari, aperti da troppo tempo, che hanno contribuito all’isolamento di alcune aree interne. Ho trovato una struttura efficiente e disposta a lavorare. Non dimentichiamo che sono di competenza provinciale ben 1.400 chilometri di strade”.
“Mi preme ricordare come già a ottobre scorso la Provincia di Campobasso abbia appaltato il 100% delle opere messe a bilancio, quindi con largo anticipo rispetto alla fine dell’anno – ha concluso il Presidente Roberti – E nel 2022 e 2023 ci saranno altri interventi per favorire l’uscita dall’isolamento di diverse aree interne del territorio. La Legge Delrio aveva messo in ginocchio le Province, ma oggi, soprattutto grazie a una politica più lungimirante e a una struttura preparata, possiamo dire come questi enti stiano uscendo dal buio di una riforma che non aveva tenuto conto dell’importanza strategica delle stesse Province”.