“Umberto Veronesi va in televisione a dire che bisogna fare la mammografia perché la General Electric fa i mammografi e, probabilmente, da delle sovvenzioni alla sua fondazione” queste le parole di Beppe Grillo durante la marcia Perugia Assisi per il reddito di cittadinanza. Il leader del Movimento 5 Stelle si scaglia contro l’oncologo Veronesi, ex Ministro della Salute e contro la GE, multinazionale statunitense.
In effetti la ‘Fondazione Umberto Veronesi’, nata nel 2003, soprattutto in un periodo di sofferenza per la sanità, vive di donazioni e sprona i privati a donazioni tramite il 5 per mille per poter fare ricerca. Un team supportato da scienziati di rilevanza internazionale e che vede nel Comitato anche 6 Premi Nobel. Nel Bilancio Sociale della Fondazione si specifica che 5,4 milioni di euro sono utilizzati per fare ricerca; 4 milioni di euro per fare divulgazione scientifica; 14 progetti di ricerca sono attualmente finanziati; sono in attivo 127 Borse di Ricerca; 14 sono i dipendenti e 17 i collaboratori. Tutti impegnati nello studio delle malattie oncologiche.
La polemica per le parole di Grillo nasce proprio sul tema della prevenzione tanto che in serata, il leader pentastellato con una nota corregge il tiro: “Non penso che la mammografia non sia utile o necessaria. Anzi penso che sia utilissima. Ce l’avevo con la cattiva informazione che fa credere che facendo questo esame non venga il tumore. Credo che le donne si debbano informare perchè a volte ci sono dei falsi negativi o dei falsi positivi che possono allarmare inutilmente”.
Parliamo di tumore e prevenzione in Molise, in una delle poche regioni che non ha un Registro Tumori ma dove ci si ammala e si muore sempre di più. A confermarlo è il dossier ‘I numeri del cancro in Italia 2014’ pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità. In Italia ben il 41,6 percento ha un cancro al seno, pari a 522.235 donne. La sopravvivenza aumenta grazie proprio alla diagnosi precoce così come si legge nel Rapporto Iss: “Numerosi studi hanno dimostrato come lo screening mammografico possa ridurre la mortalità del carcinoma mammario”. Secondo il documento ‘Piano regionale alla prevenzione 2010 – 2012’ della Regione Molise, in tema di prevenzione, purtroppo, si è abbassata la guardia sia per la sofferenza in cui verte la sanità, che ha tagliato progetti come quello ‘Mimosa’ che proponeva screening gratuiti, sia perché le donne ‘sottovalutano il problema’. Nel dossier emerge che nel 2006 alle diagnosi precoci ha aderito il 98 percento delle donne molisane, in calo nel 2007 con il 95 percento, per diventare il 67 percento nel 2008 ed arrivare al 58 percento nel 2009.
Le molisane propense alle mammografie a cadenza biennale sono soprattutto quelle che hanno una familiarità per tumore al seno in età compresa tra i 45 ed i 49 anni. Questa diagnosi, ovvero la mammografia, quella che come si legge anche nel Piano regionale “stima una riduzione della mortalità del ben 30-50 percento per i prossimi 10 anni”. Quindi, oltre qualsiasi “possibile” conflitto di interessi, la mammografia è prevenzione che salverà la vita di molisane tra i 45 ed i 74 anni.