Poste Italiane razionalizza in Molise. A breve la chiusura di alcuni uffici della regione: insorgono le organizzazioni sindacali

Una vera e propria tegola quella che sta per abbattersi sulla testa dei piccoli centri del Molise dove a breve saranno razionalizzate le aperture settimanli di numerosi uffici postali della regione.

In una nota stampa, infatti, Mimmo Fiocca e Giuseppe Contento, rispettivamente segretari regionali di Slc Cgil e Uil Poste fanno sapere come, l’Azienda Poste Italiane abbia “comunicato che prossimamente nell’Area Sud 1, ovvero quella relativa alla Puglia, il Molise e la Basilicata saranno razionalizzati ben 26 uffici, di questi 19 interesseranno la Regione Molise”.

In modo particolare, per quel che riguarda la Provincia di Campobasso, i comuni interessati saranno: Campochiaro, Campomarino Lido, Casalciprano, Cercepiccola, Larino, Macchia Valfortore, Monacilioni, Montelongo, Morrone del Sannio, San Giovanni in Galdo. Centri questi, dove gli uffici postali resteranno aperti a giorni alterni.

Ad aprire solo per due giorni a settimana, poi, quelli di Sant’Angelo Limosano e Trivento, mentre sparirà definitivamente l’ufficio postale di Monteverde di Bojano.

Sempre una razionalizzazione a giorni alterni, ovvero tre aperture settimanali su sei, riguarderà i comuni della provincia di Isernia che sono Bagnoli del Trigno, Belmonte del Sannio, Roccasicura, Castelromano e San Pietro Avellana.

Scenderanno, infine, a tre su quattro le aperture ad Acquaviva di Isernia e Castelpetroso.

Una riorganizzazione scellerata, per le organizzazioni sindacali che non tiene conto “del grave rischio di desertificazione del territorio già attuale in numerosissimi comuni del Molise”, dove spesso gli uffici postali sono gli unici a sopperire a una serie di servizi soprattutto per gli anziani, impossibilitati a muoversi con facilità.

Ciò che si stenta a comprendere, in un simile contesto, è anche come sia possibile che proprio la piccola regione debba pagare il prezzo più alto di un piano di risparmio promosso dall’azienda, essendo l’unico territorio su tre a dover vedere scomparire oltre la metà degli uffici da razionalizzare.

Un progetto di Poste Italiane fortemente contrastato sia dalla Cgil che dalla Uil, i cui segretari regionali nella nota fanno sapere di interessare urgentemente le rispettive Confederazioni.

Un appello per una situazione che rischia tra l’altro di produrre un’ulteriore perdita di posti di lavoro dagli uffici postali arriva alla politica locale e a tutti i primi cittadini dei centri interessati, affinché “possano far valere nelle sedi opportune le ragioni di una popolazione molisana troppo frequentemente dimenticata”.

fab.abb

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