Un anno nero per la scuola molisana: circa mille alunni in meno nelle classi della regione rispetto allo scorso 2017. Uno spopolamento delle scuole del Molise che è continuo e silenzioso dal 2006. Silenzioso perché è un tema, anche in campagna elettorale, ben taciuto. A puntarne i riflettori è, invece, la FLC CGIL che evidenzia come la decrescita provochi conseguenze a catena sul personale impegnato nella scuola e come la politica non abbia fatto mai nulla per il sistema scolastico, neanche in questa tornata elettorale.
“Mentre la campagna elettorale volge al termine e l’attenzione mediatica sulla nostra Regione è altissima, dobbiamo rilevare con rammarico la quasi completa assenza nel dibattito dei temi della conoscenza in generale e della scuola in particolare. Eppure gli argomenti di discussione non mancherebbero: proprio oggi presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Molise si è svolto un incontro di informativa sugli organici che ha confermato tutto ciò che temevamo e che da anni denunciamo” commenta il segretario FLC CGIL, Pino La Fratta.
Giusto per avere qualche dato del dramma silenzioso nelle classi molisane: quest’anno si perderanno altri 965 alunni, e ciò porterà la popolazione scolastica regionale a 38.015 alunni (nel 2006 erano 47.335). Si tratta della percentuale di decremento annuale più alta d’Italia (-2,48%), a fronte di una percentuale media nazionale inferiore allo 0,3%.
Tutto ciò, naturalmente, porterà un ulteriore taglio di organico per il personale: saranno 25 i docenti in meno, con ripercussioni negative soprattutto per la scuola dell’Infanzia e la scuola Primaria. Nemmeno sul sostegno la situazione sarà rosea: a fronte di un organico di circa 900 posti complessivi, solo 707 sono quelli consolidati in organico di diritto; ciò comporterà la quasi certa impossibilità di procedere ad immissioni in ruolo e trasferimenti interprovinciali per il sostegno nella scuola dell’Infanzia e nella scuola Primaria, mentre sarebbero solo 4 i posti disponibili per la Secondaria di secondo grado. Pochissime speranze di trasferimento, quindi, per i circa duecento insegnanti molisani che ad oggi sono titolari fuori regione, e che ogni anno si trovano a dover aspettare settembre per tentare di ottenere un’assegnazione provvisoria.
Ma le notizie allarmanti non finiscono: ricordiamo che mentre in tutta Italia, in base ai dati MIUR, aumenta il numero degli alunni iscritti al tempo pieno, il Molise dopo la Sicilia annovera la percentuale più bassa d’Italia (11,2 % di iscritti, a fronte di una media nazionale del 39,3%). Tale situazione, dovuta ad organici insufficienti e mancata predisposizione da parte degli Enti locali di servizi opportuni, rischia di penalizzare ulteriormente la nostra regione, ponendo ulteriori ostacoli alle possibilità lavorative, in particolare delle donne.
“Lamentiamo l’indifferenza di tutti, in primis della classe politica regionale, che in questi anni si è completamente disinteressata al tema. Sintomatico è il fatto che dal 2016 in questa Regione manca l’Assessore all’Istruzione: la struttura, di fatto, si è limitata ad assicurare l’ordinaria amministrazione, basti pensare che negli ultimi anni le parti sociali sono state convocate solo per affrontare le problematiche relative al calendario scolastico.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Il piano di dimensionamento scolastico non è stato approvato (risulta fermo al 2016), sono presenti in regione istituti in reggenza, omnicomprensivi e pluriclassi, la legge sul sistema d’Istruzione e formazione è ferma al 1975, mancano interventi per garantire il diritto allo studio, l’edilizia scolastica è in situazione drammatica” afferma La Fratta: “non si può solo certificare lo spopolamento, non si possono solo contabilizzare i tagli, è necessario aprire una vertenza nazionale e regionale sull’attribuzione degli organici, sull’aumento del tempo scuola, sull’edilizia scolastica, affinché vengano salvaguardate le esigenze specifiche del meridione in generale e del Molise in particolare”.
Conclude così il segretario FLC CGIL: “Quando la campagna elettorale sarà finita, e le telecamere sulla nostra regione saranno spente, i problemi resteranno. Sarà però quello il momento per iniziare un vero confronto sul sistema scolastico molisano, che tenga presente le voci di tutti coloro che vivono la scuola quotidianamente e si impegnano affinché venga garantita una istruzione pubblica di qualità”.
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