In Italia nel 2020 la media nazionale dei laureati in possesso di un titolo di studio terziario di I e II livello è di 14,5%, a differenza del 2019 in cui la cui percentuale era del 13,9%. La classifica a livello regionale mostra una maggiore quantità di laureati in Lazio (18,5%). Al secondo posto si trova l’Abruzzo (15,9%), continuando con l’Umbria (15,7%), il Molise (15,6%), Emilia-Romagna (15,5%) e Marche (15,4%). La percentuale più bassa di laureati si registra nella provincia di Bolzano (12,1%), seguita dalla Sardegna (12,4%), Sicilia e Puglia (12,5%).
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione di dati Istat.
Divario regionale e di genere
Nel 2020 in tutte le regioni italiane risultano aver conseguito il titolo di laurea più le donne rispetto agli uomini. Il Lazio, la regione con più laureati in Italia, possiede anche la percentuale più alta di laureate donne (19,6%), seguita da Abruzzo (17,8%), Umbria (17,7%), Molise (17,6%), Emilia-Romagna e Marche (17,1%). Per gli uomini le percentuali più elevate di laureati si trovano in Lazio (17,2%), in Lombardia (14,1%), Liguria (14%), Abruzzo (13,9%) e Emilia-Romagna (13,8%).
In fondo alla classifica, le regioni con una percentuale inferiore di laureate donne sono la Sicilia e la Puglia (13,5%), al contrario degli uomini laureati che risultano meno in Sardegna (10,3%) e nella Provincia Autonoma di Bolzano (10,5%).
Divario Nord-Sud
Nel 2020 la percentuale più elevata di laureati si trova nell’Italia Centrale (17,2%), nettamente superiore alla media italiana (14,9%). Tuttavia, risulta ancora evidente la differenza tra il Nord e Sud del Paese, in quanto l’Italia Meridionale e Insulare (rispettivamente 13,7% e 12,8%) restano al di sotto della media nazionale.
Rimane un divario tra Nord e Sud anche per quanto riguarda l’analfabetismo: l’Italia Meridionale e Insulare (1% e 0,89%) hanno una percentuale più alta rispetto al Nord-ovest/est (0,36% e 0,32%), Centro (0,34%) e alla media nazionale (0,56%).