L’identikit del povero 2014 si è evoluta: non parliamo più del mendicante che per strada gira in cerca di qualche centesimo per potersi comprare qualcosa da mangiare. Oggi parliamo di persone che riescono a mangiare quotidianamente, che hanno vestiti e non rinunciano al telefono smartphone, eppure sono poveri. Lo stabilisce il Rapporto della Caritas 2014 “False partenze” dove si individuano come standard di nuovi poveri soprattutto disoccupati e divorziati mentre, per il caso specifico del Molise, nel quadro della povertà ci sono anche i ludopatici, in evidente crescita, affetti da una dipendenza per le slot machine ed i giochi d’azzardo. Inoltre il volto del nuovo povero è soprattutto quello degli under 30, giovani che crogiolano nella disoccupazione o nel precariato, senza avere un futuro lavorativo e che, per necessità si trasformano nei nuovi bamboccioni che devono vivere in famiglia ancora a carico dei proprio genitori, per lo più pensionati, abbassando la soglia di reddito familiare e sopravvivendo con le paghette del babbo. Questa tipologia di poveri, nel quadro nazionale, coinvolge in primis i siciliani e poi i molisani.
Nella mappa della disperazione 2014, la povertà coinvolge tutta Italia ma il divario nord/sud è molto marcato visto che la situazione nel Mezzogiorno raggiunge livelli di emergenza. Questa evidente distinzione è sottolineata anche dall’Istat che parla di un’escalation della povertà assoluta in meridione che dal 2007 è raddoppiata e che, solo nel giro di un anno, è passata dal 6,8% al 7,9%.
I nuovi poveri in Italia, per la Commissione Europea, sono i siciliani, al primo posto, seguiti subito dopo dal Molise, con una soglia che raggiunge quasi il 45%. I molisani meno abbienti sono passati – nel giro di pochi anni – da una media di 7.8% di poveri nel 2009, a circa il 9.8% nel 2013. In questo stato l’Eurostat parla di vero e proprio allarme dove 4 persone su 9 non possono permettersi neanche di pagare l’affitto – o comunque chi ha la casa di proprietà, a causa delle alte tassazioni, è come se avesse un bene di lusso – mangiare carne o pesce oppure riscaldare adeguatamente le proprie case. La maggior parte di loro sono famiglie molisane.