MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
La cosa più semplice, soprattutto in questo periodo di recessione e di malessere economico per il Paese, è quella di sparare sulla croce rossa, in questo caso i profughi che a flotte sbarcano a Lampedusa e vengono riversati nelle varie regioni dell’Italia meridionale. Vero è che l’Italia ha bisogno urgentemente dell’intervento dell’Europa per ‘smistare’ queste persone ma è vero pure che il Bel Paese non viene abbandonato economicamente. L’UE paga da anni progetti di accoglienza e inserimento destinati agli immigrati e spesso, dietro queste organizzazioni, si nasconde un vero e proprio business.
A livello nazionale i fondi europei destinati per i profughi presenti in Italia arrivano ad un totale di 535.405.853 euro che sarebbero dovuti servire per il controllo delle frontiere – 250 milioni – per i progetti d’integrazione – 103 milioni – per la sicurezza – 72 milioni – oltre che per progetti mirati ai profughi – per un costo di 66.596.139 euro – e per i rimpatriati – pari a 43.809.714 euro. In realtà dei soldi destinati ai progetti integrativi solo 30 milioni sono stati realmente utilizzati in modo concreto, il resto è fermo nel lungo e rugginoso iter italiano fatto di enti locali, motivo per cui se entro il 2015 non verranno utilizzati l’Italia dovrà restituire tutto all’Europa. Un business su cui molte organizzazioni o gestori di alberghi lucrano così come, nel 2010 Save the Children denunciò la speculazione di alcune associazioni sull’emergenza profughi.
Anche il Molise è una delle regioni individuate dal Ministero della Difesa per accogliere gli sbarcati. Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati trasmessi dalla Regione Molise, sono 1000 i migranti arrivati e dislocati nei 18 centri di accoglienza di Portocannone, Guglionesi, Montecilfone, Sant’Elia a Pianisi, Campobasso, Ferrazzano, Pietracatella, Jelsi, Sepino, Macchia Valfortore, Termoli, Ururi, Casacalenda, Larino, Agnone, Sant’Agapito, Santa Maria del Molise Gambatesa, comuni che hanno ospitato un minimo di 288 ad un massimo di 445 migranti. Anche il Molise ha ricevuto fondi europei per l’integrazione sociale: solo nel 2013 la regione ha percepito ben 217 mila euro per pagare corsi di lingua italiana (livello A1 e A2), soldi di cui l’85% è stato finanziato dal F.E.I. – Fondo Europeo per l’Integrazione – ed il 25% dal Ministero della Difesa.
Intanto, stando al piano d’emergenza ministeriale, è previsto un nuovo arrivo di massa e le prefetture sono state allertate. Il problema per la regione è quello di trovare spazi e strutture adeguate per quest’altra accoglienza, cercando di utilizzare con sapienza le risorse economiche di cui beneficia per l’emergenza profughi.