“Sii tu il cambiamento, diffondi amore e farai felice te stesso e gli altri“. È questo il tema della 19esima edizione del concorso nazionale “I Colori della Vita“, nato e cresciuto in memoria del crollo della scuola “Jovine” di San Giuliano di Puglia, avvenuto il 31 ottobre 2022, in cui persero la vita ventisette bambini e la maestra Carmela Ciniglio.
“Se non ci si ama e non si amano gli altri difficile sarà l’attuazione del dialogo e del venirsi incontro.” Partendo da questa premessa, l’edizione di quest’anno vuole rilanciare il significativo messaggio di una memoria attiva, capace non solo di ricordare, ma di rielaborare i giorni difficili delle tragedie e dei lutti, guardando al futuro promuovendo la cultura della vita e della rinascita.
L’iniziativa, di alta rilevanza culturale e didattica, è stata presentata giovedì 7 dicembre 2023 nella scuola antisismica di San Giuliano di Puglia alla presenza della Dirigente scolastica, Giovanna Fantetti, della responsabile di plesso, Giulia Fanfulli e della presidente della Commissione giudicatrice, Luisa Barbieri. Il logo del concorso, che diventerà una litografia, è stato affidato all’artista Michele Porsia.
Posso partecipare i seguenti ordini di scuola: scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado. Quattro le sezioni: elaborato grafico-artistico, fumetto, poesia, elaborato multimediale e arrangiamento o composizione musicale originale. Sul sito della scuola www.omnisantacrocedim.edu.it sono pubblicati il bando con il regolamento e il modulo di iscrizione. Gli elaborati devono essere inviati entro e non oltre il 31 marzo 2024.
“La vita – afferma la dirigente Giovanna Fantetti nella lettera di presentazione – è un libro aperto e una grande occasione che non va mai sprecata, in cui i protagonisti siamo noi stessi. Dovremmo cercare di vivere intensamente ogni secondo della nostra vita, perché il tempo passa velocemente e per questo sforziamoci di conoscere altre persone, perché in esse scopriremo il segreto della nostra storia, del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro. Ma vivere è soprattutto donare amore che comincia prendendosi cura degli altri a partire da quelli più vicini. “Sii il cambiamento che vuoi“, cambiare noi stessi per diventare ciò che vogliamo essere nella nostra esperienza di vita. E questa nostra stessa esperienza, questo nostro modo di essere, influenzerà positivamente tutte le persone attorno a noi. E più saremo testimoni reali del cambiamento che vogliamo vedere nel mondo e più possibilità avremo di sperimentare quel mondo per come lo vorremmo. Eppure, nella nostra epoca, abbiamo una visione molto egoistica del mondo, convinti come siamo che sarebbe sempre meglio per noi se gli altri cambiassero, ovvero che per vivere meglio basterebbe che fossero tutti gli altri a cambiare, non noi.
Ognuno si ritiene perfetto a modo suo, mentre l’imperfezione come la colpa, sono sempre da addossare al mondo esterno. La verità è che il cambiamento deve cominciare da noi, con un lavoro di introspezione, perché gli stessi conflitti nel mondo esteriore non sono altro che lo specchio dei nostri conflitti interiori. Ci vuole una buona dose di onestà per riconoscere in noi stessi gli “errori” che osserviamo all’esterno.
Noi possiamo cambiare il mondo, anche con piccoli gesti. Un sorriso invece di un gesto di rabbia può avere un enorme impatto sull’esterno: non a caso il più delle volte un sorriso è la causa di un altro sorriso. Ognuno di noi può fare la differenza nel mondo. Non c’è bisogno di essere un politico, di essere una persona ricca, non c’è bisogno di possedere qualche potere speciale. Basterà semplicemente “testimoniare“. Se camminerete per strada con il sorriso sulle labbra e con la gioia di vivere sul vostro volto, sicuramente diffonderete serenità. Abbiamo sempre commemorato il tragico evento del terremoto del 2002 ponendo al centro i sentimenti e le azioni dell’uomo a sostegno della salvaguardia della vita di ogni individuo e con questo titolo vogliamo nuovamente lanciare un monito propositivo affinché ci sia quel cambiamento radicato da cui scaturisca il rispetto del valore della vita umana, la cui linfa non è altro che l’amore”.