A dire il vero, erano già diversi, i più legati alla tradizione, ad aver trascorso gli ultimi giorni nel verde che sovrasta l’area matesina.
Famiglie e gruppi di amici si sono ritrovati in varie zone della montagna, dandosi appuntamento in tarda mattinata davanti all’Eremo di Sant’Egidio, dove puntuale si è fatto trovare anche il sindaco Marco Di Biase.
La visita in Chiesa, la processione per esprimere la propria devozione a Sant’Egidio. Piccolo cambiamento di programma quest’anno, l’assenza dei fuochi pirotecnici, che caratterizzavano la fine della parte religiosa della mattinata del 1° settembre. Decisione presa per preservare il monte, la cui siccità è ben visibile, con vaste aree secche tra il verde della vegetazione.
Secondo la leggenda, Sant’Egidio visse tra le montagne del Matese, dove incontrò il diavolo che, nel tentativo di afferrarlo, gli sferrò una manata, ma lo mancò colpendo una pietra, sulla quale ancora oggi ne rimane ben impresso il segno.
Terminata la mattinata ‘religiosa’, tutti nelle tende per mangiare e bere fino a notte fonda. Nel weekend proseguirà la festa per tante persone, che lasceranno l’altura domenica 3 settembre, quando all’Eremo di Sant’Egidio, una quarantina di minuti d’auto da Bojano, resterà soltanto una suora, che da qualche mese ha deciso di vivere in solitudine sulla montagna bojanese.
La tradizione di Sant’Egidio, dunque, prosegue, grazie ai tanti giovani che, zaini in spalla, portano avanti un’usanza che va avanti da diversi decenni.