GIOVANNI CANNARSA
Il Governo nazionale interceda con Bruxelles per tutelare i balneatori italiani. E’ la richiesta avanzata a Termoli dagli esponenti di categoria che hanno incontrato l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Pierpaolo Nagni, il vice sindaco della città adriatica, Enzo Ferrazzano, e il presidente della Camera di Commercio di Campobasso, Paolo Spina. Un incontro molto partecipato per capire in che modo ovviare alla direttiva Bolkestain che l’Unione Europea intende applicare dal 2018.
In sostanza, tra due anni tutte le concessioni demaniali dei Paesi che rientrano nell’UE potrebbero essere messe all’asta, vanificando a quel punto il lavoro di una vita di piccole aziende del mare che il più delle volte sono a gestione familiare. Il problema ormai è di vecchia data, ma per il momento il Governo non ha ancora preso una posizione demandando il tutto a Bruxelles, ma a quanto pare secondo I balneatori il “problema” Unione Europea non esisterebbe. Solo ci vorrebbe la forte volontà di chi legifera ad andare incontro alle richieste della categoria.
A rappresentare i balneatori il presidente interregionale del Sib di Abruzzo e Molise, Riccardo Padovano, che nel suo lungo intervento ha fatto riferimento a quanto già stabilito dal Governo spagnolo per i propri balneatori. Lì, infatti, hanno rinnovato le concessioni demaniali fino al 2045 per permettere alla categoria e, quindi, alle aziende del mare di organizzarsi e di valutare eventuali riconversioni delle proprie attività. “Si è sentito più volte parlare di Piano B – ha affermato Padovano -, ma poi di fatto nessuno ha capito di che cosa si tratta. Una soluzione potrebbe essere quanto approntato in Spagna”.
Negli interventi dei balneatori si è fatto anche riferimento al sistema che lo Stato avrebbe garantito per decenni e che adesso non puo’ essere stravolto dalla Bolkestein in tempi così stretti. “L’Italia – ha concluso Padovano – ha interesse a salvaguardare questo prodotto tipico italiano? E’ il governo che deve trovare la soluzione e le regioni interessate ne devono supportare l’azione”. Infine, all’assessore Nagni è stato chiesto che, in sede di Conferenza Stato Regioni, sia tracciata una linea comune tra tutti gli interessati al fine di tutelare le coste con gli operatori di categoria che in altro modo sarebbero ridotti sul lastrico, in quanto impossibilitati ad andare all’asta con grandi multinazionali per riacquistare aree di arenile dove in fin dei conti ci si lavora da sempre.