Goletta Verde, la campagna di monitoraggio estivo delle acque italiane, per ben due volte ha evidenziano l’alto tasso d’inquinamento della costa molisana. Una situazione che si ripete e di cui la stessa Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente, è sembrata stupita: “Anno dopo anno continuiamo a riscontrare le stesse criticità nei punti di campionamento presi in esame lungo la costa molisana. Senza volerci sostituire alle autorità competenti o alimentare controproducenti polemiche, notiamo che anche quest’anno le foci dei fiumi e dei canali risultano balneabili sul Portale delle Acque, il sito gestito dal ministero della Salute, realizzato grazie all’elaborazione dei dati dell’Arpa e delle Regioni. Lo scorso anno ci fu fatto notare che i tratti di mare presi in esame dai nostri tecnici erano interdetti alla balneazione. Goletta Verde lo scorso anno aveva evidenziato l’alta presenza batterica nelle acque di Termoli, Campomarino e Petacciato, tornando ora a riscontrare una alta criticità in ben tre foci molisane dipese, per la maggior parte, dal cattiva sistema di depurazione delle acque”. Tutto questo stallo politico che, adombrando il problema, vede le coste affollate di bagnanti inconsapevoli.
Ma il triste primato ambientale per il Molise non termina qui. A chiusura di questa campagna di monitoraggio delle coste italiane, Goletta Verde affida di nuovo alla nostra regione una delle peggiori palme per quanto riguarda l’inquinamento del mare con un buon 90% di plastica galleggiante, tra buste, polistirolo e plastica.
A questo punto interviene il M5S Molise che s’interroga sulle responsabilità e si chiede che ruolo svolge l’Arpa Molise, dopo tutte queste tirate d’orecchie nazionali. In realtà dell’apatia dell’Agenzia Regionale della Protezione Ambientale del Molise si era già discusso nel dicembre 2013 quando, nel Programma Operativo si era pensato alla soppressione, scelta poi mai attuata. L’ironia è che l’Agenzia ambientale, beneficiando di fondi disponibili pari a ben 8 milioni di euro, ha visto il direttore dell’Arpa – secondo quanto riferisce il M5S – affermare candidamente che questo denaro è sufficiente “appena” a pagare lo stipendio di dirigenti e dipendenti. Ed in effetti, se questo denaro serve solo per questo motivo, non ci sono soldi per adempiere ai propri doveri ambientali e le conseguenze sono sotto gli occhi di Legambiente e Goletta Verde. In realtà a livello ambientale l’Arpa risulta fallimentare anche sulla questione “pozzi di Cercemaggiore” oppure sulle carenze del Piano di Zonizzazione, segnalate dal M5S.
Così alla richiesta della Muroni di Legambiente sulla necessità da parte della Regione e dell’Arpa Molise di fare chiarezza sulla situazione, ci sono anche le interpellanze dei grillini che si chiedono: “Le responsabilità di chi sono? Chi doveva fare i controlli? Come superare le difficoltà economiche sollevate dall’Agenzia? Ma soprattutto al Presidente Frattura sta veramente a cuore la tutela ambientale? O gli sta a cuore liberare la poltrona di Quintino Pallante per poi piazzarci un suo uomo? In tal caso, in base a quale curricula verrà scelto? Sarà il solito baronetto politico? E ancora, la pianta organica è adeguata rispetto alle effettive necessità operative? Come si intende riorganizzare l’assetto dirigenziale?”.