La viabilità è una materia controversa nel territorio molisano. A essere penalizzate sia il capoluogo e le città più grandi ma, anche e soprattutto, le aree interne con i piccoli centri costretti a fare i conti con lo spopolamento, causato anche dalla difficoltà di spostarsi in tempi ragionevoli anche nei comuni limitrofi.
A sollevare la questione è il sindaco di Campodipietra, Peppe Notartomaso, il quale pone l’accento su un fenomeno che caratterizza un po’ tutto il Molise, “la maggior parte delle strade provinciali sono interrotte e quelle che non lo sono riscontrano problemi di transitabilità”. Il primo cittadino ed ex consigliere provinciale di Campobasso sottolinea come “la situazione sia stata creata dai mancati trasferimenti da parte dello Stato”, ma anche come “chi oggi amministra debba avere contezza del ruolo che ricopre, sbattendo i pugni a Roma, denunciando il fallimento della riforma Delrio”.
“Non occorre aver paura di dire la verità – prosegue Notartomaso – perché la riforma delle Province ha generato una crisi territoriale. Se a questi enti, che gestiscono strade e scuole, togli i fondi, come si può continuare ad assicurare la qualità dei servizi in due settori fondamentali per ogni società civile?”.
“Nei piccoli Comuni si parla di lotta allo spopolamento, di gestione in forma associata delle funzioni, di creare economia di scale con i centri limitrofi per la gestione associata di funzioni e servizi. Ma senza collegamenti come si fa? – È l’interrogativo che si pone il sindaco di Campodipietra – Pensiamo a Campolieto, che aveva iniziato un percorso di studi con Campodipietra. Oggi la strada che collega i due paesi, che passa per San Giovanni in Galdo, è interrotta. Se prima con un quarto d’ora ti spostavi da Campodipietra e Campolieto, oggi ci vogliono quaranta minuti. In queste condizioni, giocoforza, è caduto ogni tipo di discorso”.
La situazione viaria del Molise è dovuta anche al dissesto idrogeologico, ma per Notartomaso “anche il dissesto, frutto di una ‘mala gestio’, si può prevenire con la manutenzione delle strade. Il problema è che manca, addirittura, anche la manutenzione ordinaria, quella deputata allo sfalcio dell’erba nelle cunette con tutti i rischi per l’incolumità degli automobilisti. Per non parlare dell’impossibilità di provvedere alla regimentazione delle acque stradali, che è la parte fondamentale della manutenzione stradale. Io non parlo, comunque, di un problema solo molisano ma, confrontandomi con i colleghi sindaci dei Comuni delle altre regioni, ho constatato che si tratta di un problema comune in ogni zona d’Italia”.
“Occorre rimettere al centro dell’azione delle Province questi servizi, che rappresentano anche grandi responsabilità che questi enti hanno sempre gestito – ha continuato l’esponente della Lega con Salvini – Per quel che concerne il Molise, il problema della viabilità fa anche il paio con un servizio di trasporto pubblico con tanti problemi, anche in questo caso frutto di continui tagli. Possiamo ben immaginare come, in queste condizioni, il Molise difficilmente potrà ipotizzare un futuro florido e il progresso, ma soprattutto con difficoltà si potrà guardare in prospettiva. Le Province devono tornare a poter gestire le giuste risorse, perché non si possono gravare ulteriormente i cittadini, già sfiancati da una forte pressione fiscale”.
“Nel reperire le risorse per la viabilità – il pensiero del sindaco – anche la Regione Molise dovrà fare la sua parte, andando a scavare nelle pieghe del bilancio, oppure attraverso altre forme di finanziamento. Non ci si può sempre nascondere dietro un dito e al ritornello che non ci sono fondi, perché è compito di chi governa reperire i soldi per i servizi primari e fondamentali. Anche se le strade sono provinciali, è un problema pure della Regione Molise, che non può far finta di nulla di fronte a un problema che sta isolando le aree interne”.
“Sulle Province occorrerà recuperare anche l’aspetto di carattere morale nei confronti dei cittadini – le parole di Notartomaso – restituendo il diritto di voto, considerando che oggi gli enti provinciali sono enti di secondo livello. I cittadini, dunque, sono estromessi dalla scelta dei rappresentanti, così come del resto avviene anche per le elezioni Politiche, dove gli elettori possono votare soltanto chi è nominato dalle segreterie politiche. La politica, oggi, deve rimettere al centro i cittadini, restituendo loro il diritto di scegliere e assicurando i servizi primari e indispensabili”.