Un’affluenza di oltre 7000 visitatori nelle quattro giornate che hanno visto il CVTA’ STREET FEST ridisegnare per la terza volta il borgo antico di Civitacampomarano, nel cuore del molisano, attraverso l’arte di strada.
Insieme ai tour dei murales, guidati dai ragazzi delle scuole superiori del Paese, agli incontri sull’arte del cucito e cucina territoriale con le signore del luogo, agli eventi di Street Food con le pietanze tipiche preparate ed offerti dagli stessi civitesi, alle mostre, proiezioni e concerti dentro e intorno al noto Castello che ispirò Manzoni per l’Innominato dei Promessi Sposi, i veri protagonisti del festival diretto da Alice Pasquini, gli street artist dell’edizione 2018, hanno proiettato il paese in un’autentica atmosfera underground grazie al lavoro di live painting sui muri e spazi concessi per l’occasione.
Se 2501, arrivato da Milano, ha utilizzato strisce e linee per definire sulla fiancata di un intero palazzo la relazione simbiotica tra spazio positivo e negativo a partire da un nido ubicato nel sotto tetto, il lodigiano Alberonero, affascinato dalla parte alta del borgo “en plein air” ha lavorato sulla visuale di una prospettiva ribaltata mediante un’installazione a base di reticolati metallici, specchi e colori cromatici in differenti nuances. Narrativa è invece l’opera dell’artista di origini napoletane MP5, che riflette maestosamente su due pareti ad angolo la storia del Paese, in una citazione simbolica dei disastri geologici a cui è stato sottoposto nel corso del tempo (in ultimo, la frana di un anno fa) e la forza dei cittadini ad andare oltre affrontando il presente in modo resiliente. Infine il romano Brus si è cimentato in una doppia prova calligrafica in bianco e nero su murales e di colori con happening a sorpresa su un mezzo di trasporto collettivo. Le performance estemporanee di Napal e Uno, in omaggio alla convivialità dei civitesi e al giurista Vincenzo Cuoco, originario di Civitacampomarano, hanno cementato il senso di aggregazione e comunicazione tra arte e luoghi per una rinascita che parte dalle persone, prima ancora delle Istituzioni.
“CVTà Street Fest – ha dichiarato il sindaco Paolo Manuele – è un evento che sta crescendo ogni anno di più e in questa edizione la partecipazione è stata decisamente superiore alle precedenti, senza contare la particolare attenzione riservata all’iniziativa, oramai da tre anni, dai media nazionali ed internazionali. Una chiave di successo che non è solo nelle meravigliose opere realizzate ma soprattutto nello spirito con cui ciascuno partecipa, l’amare la propria Comunità, pensare ad una prospettiva di futuro”.
“Siamo riusciti a fortificare e potenziare un paese che stava scomparendo”, continua Chef Rubio, impegnato con Alessia di Risio nella mostra itinerante “Baciamo le mano” – e ci auguriamo che questa operazione possa aiutare in qualche modo a conservare e meglio valorizzare le tradizioni presenti in tutto questo territorio.
“Essere chiamata per caso a ridipingere scene di vita dove la vita non c’era più – afferma la direttrice artistica Alice Pasquini – è stato un input decisivo per poter far confluire il nostro lavoro artistico in una manifestazione collettiva che è riuscita a coinvolgere non solo la stessa comunità, ma numerose persone giunte appositamente da ogni parte d’Italia e non solo: quello che ancora ci meraviglia e sorprende è l’attenzione di turisti stranieri che si organizzano mesi prima per vivere e condividere insieme a noi uno scambio di esperienze e cultura”.
Dai 3500 abitanti del dopoguerra ai 1000 dei primi anni Novanta, la popolazione odierna di Civita conta meno di 400 anime ma è stato proprio questo festival a far riprendere alcune attività commerciali con l’apertura di un forno, una gelateria ed una macelleria, oltre a far confluire dall’estero una serie di richieste di immobili (in primis gli Inglesi) da acquisire e ristrutturare. Un risultato significativo se si considera come la manodopera volontaria e l’entusiasmo siano, in assoluto, i principali motori del CVTà STREET FEST.