Si percorreranno le vie legali per far sì che vengano revocate in autotutela le autorizzazioni rilasciate ai progetti di realizzazione di due centrali a biomasse nella valle dell’alto Biferno. Gli impianti andranno a stravolgere la qualità dell’ambiente della valle del Matese, ma anche il suo tessuto economico e sociale.
La Provincia di Campobasso ha ospitato alcuni sindaci e amministratori cittadini dei centri interessati dalla realizzazione dei due impianti dal forte impatto ambientale nelle zone interessate, tra Campochiaro e San Polo Matese, e dal summit è emersa la volontà di contrastare giuridicamente le autorizzazioni concesse.
“È scaturita una unanime volontà – ha dichiarato il presidente dell’ente di via Roma, De Matteis – di adire le vie legali per impugnare le autorizzazioni con le quali la Regione consentirà la realizzazione della centrale. Hanno aderito all’iniziativa politico ambientale i sindaci di San Polo, San Giuliano del Sannio, Spinete, Colle D’Anchine, San Massimo, Guardiaregia, Campochiaro e Sepino. Presenti alla riunione anche l’associazione Falco, il presidente di Palazzo Magno Gianluca Cefaratti, il capogruppo di maggioranza alla Provincia Mario Colalillo, l’associazione ‘Matese Arcobaleno’ e ‘Molise Avventura’. Con questa azione si spera di vincere una battaglia ambientale, in un ecosistema da proteggere e tutelare”. All’incontro a Palazzo Magno mancavano rappresentati del comune di Bojano.
I nove comuni, che si sono detti pronti alla battaglia legale, hanno assunto l’impegno di approvare, in sede di consiglio comunale, un deliberato da presentare al Consiglio regionale, chiedendo l’annullamento delle determinazioni dirigenziali numeri 23 e 24 del 2014 del servizio politiche energetiche, in esecuzione della delibera assunta da Palazzo Moffa lo scorso 6 maggio (la numero 146).
Basta fare una semplice ricerca su internet per verificare gli effetti devastanti che possono avere gli impianti a biomasse (chiamati a lavorare le sostanze di origine animale e vegetale che non hanno subito processi di fossilizzazione, producendo energia), soprattutto in un’area a grande vocazione agricola, dove si rischierebbe di mettere ko tutte quelle attività, come la filiera avicola, gli impianti caseari, l’agricoltura, che nell’area matesina hanno dato per anni lavoro e si spera che potranno tornare a darlo a breve. Costruire due impianti a biomasse, però, significherebbe un innalzamento del tasso di inquinamento con il rischio di aumento della percentuale tumorale per i suoi abitanti.
Martedì 23 settembre 2014 è in programma una manifestazione di protesta davanti i cancelli del consiglio regionale del Molise.
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