Su una popolazione di 305.617 e 136 comuni, in Molise sono 13 i comuni Rifiuti free sotto i 5mila abitanti.
La classifica, stilata da Legambiente, si basa sulla produzione pro capite di rifiuto secco residuo e tra i centri virtuosi della nostra regione annovera i Comuni di: Ferrazzano, Mirabello Sannitico, Montefalcone nel Sannio, Vinchiaturo, Colletorto, Castelmauro, San Martino in Pensilis, Trivento, Cercemaggiore, Cercepiccola, San Giuliano del Sannio, Acquaviva Collecroce e Limosano.
“I Comuni premiati aumentano di anno in anno e, questo per noi, non può che essere motivo di orgoglio perché l’importanza della raccolta differenziata è, negli anni, sempre più sentita. Anche se a rilento, in Molise il numero dei comuni Rifiuti free è in crescita (4 in più allo scorso anno), ottenendo una delle migliori performance in Italia per numero di comuni Rifiuti free presenti (10% del totale)”, questo il commento di Manuela Cardarelli, presidente di Legambiente Molise.
“Ne risulta – prosegue – che i piccoli comuni, ancora una volta, sono un esempio di buona gestione delle risorse. I grandi centri dovrebbero prendere ad esempio queste piccole realtà che, con amore e dedizione, tutelano il loro territorio incrementando e migliorando la gestione della raccolta differenziata arrivando, come nel caso di Ferrazzano, ad una percentuale altissima di RD e una rifiuto secco residuo molto basso per abitante”.
“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – ha dichiarato poi Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni. Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziose di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2020, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 598 Comuni: in aumento rispetto allo scorso anno ma ancora pochi. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.
In totale in Italia sono 598 i Comuni Rifiuti Free, quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno: 51 in più dello scorso anno. E questa è davvero una buona notizia, specialmente se si considera che la crescita maggiore è avvenuta nel Meridione. I comuni rifiuti free del Sud Italia sono passati, infatti, da 84 a 122 e pesano, ora, per il 20,4% sul totale dei comuni in graduatoria.
Secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili (2018), nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 499,7 kg/ab/anno, e se la raccolta differenziata intercetta, mediamente a livello nazionale, oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 58,1%, si registra ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro Italia (54,1%).
Nell’indagine Comuni Rifiuti Free 2020, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le uniche tre regioni che si vedono rappresentate in tutte e quattro le categorie del concorso: i comuni sotto i 5.000 abitanti, tra i 5.000 e i 15.000, oltre i 15.000 e capoluoghi. Come a dire che nel Triveneto la raccolta differenziata è di qualità indipendentemente dalla dimensione demografica, grazie a un sistema di raccolta e gestione efficace basato, nella maggior parte dei casi, su sistemi consortili, raccolta porta a porta e tariffazione puntuale.
All’altro capo della classifica, con zero comuni rifiuti free, troviamo la Valle d’Aosta (stazionaria sullo zero), con la Liguria e la Puglia che perdono entrambe i loro due comuni virtuosi.
Giuseppe Moffa