Comune Campobasso, lo spoils system della Forte parte dalla testa di De Marco: maggioranza in frantumi

Approvata la rimodulazione della macrostruttura organizzativa del Comune di Campobasso. La Giunta Forte si è divisa sul voto che di fatto ha deciso il futuro del dirigente dell’Ambito Sociale del capoluogo, Vincenzo De Marco, a poco meno di un anno dalla pensione.

Un tema su cui la medesima maggioranza si è fortemente spaccata, con i civici contrari alla decisione assunta dall’esecutivo targato Pd e caldeggiato in modo particolare da alcuni ex assessori del Movimento Cinque Stelle.

Non è bastata la levata di scudi che è suonata più che altro come una vera e propria rivolta popolare, con un comitato dei sindaci al fianco di De Marco, con cui apertamente in una nota si sono schierati i coordinatori degli altri ambiti sociali regionali e addirittura tutti gli operatori sociali afferenti all’Ambito di Campobasso, che hanno sottoscritto una nota mettendoci nome e cognome.

La Giunta Forte, di fatto, dà il via spoils system, ma lo fa con la contrarietà al provvedimento che viene messa nera su bianco dagli esponenti dell’esecutivo dell’area civica che fa capo all’ex candidato sindaco Pino Ruta che nel provvedimento ravvisano profili di illegittimità. Lo dicono chiaramente gli assessori Marcheggiani e Fraracci (assente invece il vice sindaco Colucci) nel loro no motivato che si è preteso venisse messo a verbale. “Si esprime parere negativo in quanto pur condividendo l’obiettivo di un meccanismo di rotazione si ravvisano profili di illegittimità”.

Un commento che fa capire quanto sia grande la spaccatura in maggioranza che decide però di andare avanti, mentre la vicenda certamente approderà in Tribunale.

Una riorganizzazione che tra le mura di Palazzo San Giorgio sembra aver scontentato tutti con un clima teso tra i corridoi, dove ruotano dirigenti e personale e dove il malcontento verso le scelte dell’amministrazione serpeggia proprio tra i dipendenti.

La sindaca dal canto suo prosegue dritta, caldeggiando scelte volute principalmente da esponenti regionali ed ex inquilini del Comune e con una nota ai 24 sindaci dell’Ats spiega la sua posizione, con parole che qualcuno può anche leggere come pesanti accuse verso il dirigente. “Una riorganizzazione necessaria per garantire il rispetto della rotazione prevista dalla normativa anti-corruzione. Un requisito di legge che intendiamo rispettare pienamente”. Poi il cuore della questione:La coalizione progressista al governo del Comune di Campobasso crede fermamente che il privato, nel welfare come in altri settori quali la scuola e la sanità, sia un partner indispensabile per realizzare servizi efficienti e di qualità. Tuttavia, il privato non deve e non può sostituire il pubblico. Questo è l’indirizzo politico che vogliamo dare e che – sottolinea in uno dei passaggi della lettera inviata ai sindaci dell’Ats –  pretendiamo sia attuato da chi opera a livello dirigenziale”.

Poi va al sodo della questione senza perifrasi:Contrasteremo ogni forma di privatizzazione, più o meno esplicita, dei Servizi Sociali e l’idea di un Consorzio pubblico-privato per la futura gestione dei Servizi di Ambito, poiché è quanto di più lontano possa esserci dalla visione che la mia Amministrazione ha”.

Parole pesanti che lasciano intendere il voler contrastare un modus operandi. Parole di una vicenda su cui ci saranno risvolti: politici e giudiziari.

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