Acli Molise, l’amicizia sociale attraverso la cultura dell’incontro
«La vita è l’arte dell’incontro, anche se tanti scontri ci sono nella vita». Tante volte ho invitato a far crescere una cultura dell’incontro, che vada oltre le dialettiche che mettono l’uno contro l’altro. È uno stile di vita che tende a formare quel poliedro che ha molte facce, moltissimi lati, ma tutti compongono un’unità ricca di sfumature, perché «il tutto è superiore alla parte…Ciò implica includere le periferie. Chi vive in esse ha un altro punto di vista, vede aspetti della realtà che non si riconoscono dai centri di potere dove si prendono le decisioni più determinanti». Dallo slancio di Papa Francesco sulla cultura dell’incontro indicato nella lettera enciclica “Fratelli tutti”, la Presidenza di Acli Molise Aps, guidata da Enzo Scialò e il Coordinamento donne Acli guidato da Rita D’Addona, promuovono alcune significative iniziative nella settimana che apre al Santo Natale.
Lunedì 21 dicembre 2020, alle ore 10, presso la sede Acli di Termoli – in basso Molise – corso F.lli Brigida, 65/A, avrà luogo un breve incontro augurale con la realtà del Lavoro e delle prossimità alla presenza del vescovo della diocesi Termoli –Larino mons. Gianfranco De Luca, dell’Assessore regionale alle Politiche sociali e del Lavoro avv. Michele Marone, delle dirigenze Acli (FAP, Patronato, Acli terra, CAf, Donne) e di un rappresentante della realtà dei pescatori.
A seguire Mercoledì 23 dicembre, alle ore 19, alla Chiesa di Sant’Antonio di Padova a Campobasso, si terrà un breve momento musicale di atmosfere natalizie sulle note dei canti della tradizione natalizia e della tradizione spiritual and gospel (a cura di una formazione ridotta per evitare assembramenti) di Ancient Souls dal tema “A rivedere le Stelle” To see the stars again. L’incontro fatto cultura e cultura musicale sarà anche occasione per promuovere le celebrazioni in onore del compositore L. Van Beethoven nel 250esimo anniversario della nascita e per la memoria dedicata al sommo poeta Dante Alighieri nella prospettiva delle celebrazioni del 2021 nel quale ricorre il 700esimo anniversario della morte.
Il contesto, quello che la società sta vivendo, nel quale la figura del Redentore è centrale per il Natale e nella vita dei Cristiani al fine di promozione di una cultura dell’incontro. “sappiamo per fede- come recita una nota della CEI – che sta per fare capolino la voce dell’angelo, che porterà la notizia attesa da sempre: “Nel silenzio delle tante ferite che incidono profondamente sul corpo, nell’anima e nello spirito, Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’”.
«La parola “cultura” indica qualcosa che è penetrato nel popolo, nelle sue convinzioni più profonde e nel suo stile di vita. Se parliamo di una “cultura” nel popolo, ciò è più di un’idea o di un’astrazione. Comprende i desideri, l’entusiasmo e in definitiva un modo di vivere che caratterizza quel gruppo umano. Dunque, parlare di “cultura dell’incontro” significa che come popolo ci appassiona il volerci incontrare, il cercare punti di contatto, gettare ponti, progettare qualcosa che coinvolga tutti. Questo è diventato un’aspirazione e uno stile di vita. Il soggetto di tale cultura è il popolo, non un settore della società che mira a tenere in pace il resto con mezzi professionali e mediatici».