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Tamponi, scuole e ospedali: Fanelli punta il dito. “Presidente Toma, nella gestione dell’emergenza in Molise non va tutto bene”

“L’aumento dei Contagi da Sars- Cov2 in Molise sta riguardando tutto il territorio regionale. Non solo i centri più grandi, ma anche i piccoli paesi e l’assistenza territoriale deve essere necessariamente riorganizzata. Per prima cosa ciò che più che mai è divenuta una priorità è l’aumento dei centri prelievo e di analisi sul territorio. Le notizie degli ultimi giorni non sono rassicuranti e l’aver superato, con i 56 contagi di ieri, quota 501 positivi complessivi, non ci consente di continuare a dire, come fa il presidente Toma, che in Molise va, in sintesi, tutto bene e non sono necessarie misure più stringenti”, a dirlo è la capogruppo dem in Consiglio regionale, Micaela Fanelli che chiede  di “revedere il servizio per effettuare i tamponi in più aree del territorio”.

Secondo la Fanelli questo garantirebbe, infatti, di “evitare che continuino ad esserci punti in cui si verifica una massiccia concentrazione, come è avvenuto negli ultimi giorni, dove le foto di chi era in fila aspettando il proprio turno parlavano da sole”.

“Quando ho sentito che – rimarca la capogruppo Pd – circa 200mila euro erano stati spesi per le pensiline per le file ho avuto un brivido. Un doppio brivido poi nello scoprire che, poco dopo, qualcuno si è reso conto che bastava la prenotazione con un numero dedicato. Questo dimostra che continuano a essere prese decisioni inconcludenti che, oltre a prevedere investimenti errati, non risolvono nemmeno i problemi.

Sul territorio sono presenti le strutture e il personale (sul Veneziale di Isernia, i vecchi distretti mai diventati Casa della Salute, l’area particolarmente disagiata di Agnone e così dicendo per il Basso Molise). Spazi e personale non è vero che non ci sono. E sono professionisti che possono implementare la propria formazione in pochissimo tempo. Ogni garanzia potrebbe essere attivabile se solo si volesse, per poter fare i tamponi. E volendo anche per processarli in alcuni luoghi. Mi riferisco a Isernia, dove sono attivi comitati, movimenti e partiti per chiederlo. Servono altri specialisti e mezzi? Sicuro! Ma senza indugio potrebbero essere individuati e attivati. In generale, basterebbe un minimo di formazione al personale e una nuova e migliore organizzazione. Basterebbe la volontà politica!

Lo chiediamo da tempo e sono in tantissimi a pensarla come noi. Lo chiedono, da ultimo, i tanti sindaci dei territori interessati che stanno indirizzando una richiesta formale ai vertici Asrem, a quelli della Regione e ai Commissari alla Sanità.

Anche senza attendere il piano previsto dall’art. 1 del Decreto Legge numero 34 del 19 maggio 2020, relativo all’assistenza territoriale di cui le altre regioni si sono dotate e che stanno attuando. Per noi, il piano di cui all’articolo 2 del decreto, relativo al riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, è arrivato tardi e non è nemmeno lontanamente in fase di attivazione, essendo poi anche in totale disaccordo con l’Indirizzo del Consiglio regionale, che si era espresso per Larino centro Covid, al fine di non bloccare l’ordinario al nosocomio Cardarelli e separare i percorsi Covid da quelli non-Covid, così come prescritto dalle linee ministeriali.

Ma nel frattempo secondo qualcuno, – accusa Fanelli – va tutto bene. Purtroppo, e lo dico davvero con rammarico, niente sta andando bene e non ci vuole un comitato scientifico a supporto per poterlo affermare.

Al San Timoteo la situazione è decisamente complicata, al Cardarelli tutto fermo per l’ex hospice, così come il passaggio per rendere strutturale la separazione dei percorsi, Covid e ordinari. Per l’hub Covid, dove l’Asrem è ora soggetto attuatore, i tempi restano lunghi e il progetto complesso vedrà la luce fra diversi mesi. Temiamo dopo il picco della pandemia. Del tutto ignota resta, infatti, la tempistica e la modalità per il potenziamento della terapia sub-intensiva e intensiva e del relativo personale, nonché i restanti fabbisogni.

Restano poi da potenziare i controlli, e, mentre per la tracciabilità arriveranno nuovi sistemi, i test rapidi o i cosiddetti test antigeni, in modo particolare per le scuole, dove in Molise davvero nulla è stato fatto per supportare l’immane lavoro dei dirigenti e di tutto il personale scolastico. Ma dove e quando? Nessuna azione e alcun intervento nel comparto dei trasporti, dove in attesa di assumere decisioni migliori, si sarebbe semplicemente potuto prevedere qualche corsa aggiuntiva con altri privati che non stanno lavorando nel proprio settore ordinario, quello turistico. Quantomeno nelle ore di punta di ingresso e uscita delle scuole.

E continuiamo a chiederci anche che fine abbiano fatto in Molise i vaccini per i bambini fino ai sei anni, che non sono ancora arrivati, come disperatamente evidenziano i pediatri.

No, purtroppo per tutti noi, non sta andando tutto bene. Al territorio servono risposte veloci, precise e mirate a risolvere problemi che, in una buona parte, potrebbero essere arginati riorganizzando la ‘macchina’. Forse basterebbe semplicemente iniziare a fare ciò che si può e si deve fare”.

“Quindi, – conclude la Fanelli – Presidente Toma, Direttore e Commissari, purtroppo no, non va tutto bene. Si va avanti senza nessuna programmazione e pianificazione, avanzando a tentoni e senza ascoltare il territorio”.

Redazione

CBlive

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