C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria… anzi di antico: Tasi alle stelle (di Massimo Dalla Torre)
MASSIMO DALLA TORRE
“Aria nuova non senza sorprese”: questo è il commento che facciamo a quanto approvato nella seduta del Consiglio Comunale di Palazzo San Giorgio che ha portato le aliquote massime della Tasi. Nome che non è assolutamente quello di un supereroe dei fumetti targati Manga. Nome che da un giorno riecheggia e assilla la mente dei campobassani che, ancora una volta, sono stati gabbati da chi preannunciava cambiamenti. I quali, ci sono stati si ma a sfavore della collettività che vede un ulteriore aggravamento delle spese che svuotano ancora di più il portafoglio alquanto vuoto per le numerose gabbelle che si è costretti a pagare. Aria nuova che sotto mentite spoglie ha colto di sorpresa chi ha inneggiato al cambiamento che oggi condanna senza alcuna possibilità di appello. Aria nuova che dopo aver spirato e sotto certi aspetti “spazzato” quello che era obsoleto e stantio, vede una levata di scudi all’indirizzo della maggioranza che governa il Palazzo di Città. Aria che in barba alle promesse fatte in campagna elettorale pone una lunga serie d’interrogativi soprattutto perché chi ha promesso una svolta, si è dimostrato poco credibile e soprattutto inaffidabile. Aria che allo stato attuale ammorba e di conseguenza costringe molti a fare il mea culpa nei riguardi di chi si è presentato sotto le mentite spoglie di difensore della collettività. Un’innovazione che maschera problemi irrisolti che hanno un unico mittente, il cittadino contribuente e non certamente chi ha pensato bene di gravare di altre tasse i Campobassani. I quali, sorpresi più che mai hanno iniziato a fare i conti con la speranza di essere in grado di poter pagare quanto loro richiesto, senza alcuna possibilità di dilazione. Campobassani che hanno appreso la notizia con molto sconcerto soprattutto perché hanno sperato che qualcosa fosse cambiato. Un non cambiamento specialmente per quanto riguarda la parte economico/finanziaria legata a doppio filo a quanto si deve al Comune che denota come la volontà di tartassare non è passata assolutamente in second’ordine, anzi è rincarata tanto da far gridare allo scandalo. Un grido che ha riempito le prime pagine della stampa locale che, non hanno perso tempo a dare voce alle opposizioni, compreso qualche esponente di maggioranza. I quali, hanno stigmatizzato quanto accaduto e mosso critiche aspre al governo cittadino. Prese di posizione che stanno riecheggiando a trecentosessanta gradi, tant’è che i problemi della città momentaneamente sono stati accantonati. Necessità di incamerare liquidi? Prova di forza? Oppure atti dovuti? Non è ancora dato saperlo. Unica certezza che la città è in subbuglio e gli echi dei fatti non hanno tardato ad arrivare conditi con epiteti che, per correttezza non riportiamo. Molti hanno intravvisto in questa nuova manovra poca accortezza, altri dilettantismo amministrativo, altri ancora hanno detto che non pagheranno e aspettano armati le cartelle esattoriali. Insomma un “guazzabuglio” che fa pendere il piatto della bilancia a sfavore di chi regge le sorti di Campobasso e dei Campobassani che hanno chiosato molto prosaicamente il tutto dicendo: stavamo meglio quando stavamo peggio. Affermazione che ci sentiamo di avvallare perché se prima le cose non trovavano la cosiddetta quadratura del cerchio, oggi, visto i risultati, nessuna figura geometrica potrà dare la soluzione affinché i conti personali, non certamente di quelli che occupano gli scranni del Comune, non si tingano ancora di più di rosso.