Fase 2 e riaperture a giugno per parrucchieri ed estetisti. Calenda: “La Regione Molise a lavoro per sostenerli”
“Più che una ripartenza possiamo parlare di una falsa partenza”, così il consigliere regionale Filomena Calenda ha commentato il nuovo decreto varato dal Consiglio dei Ministri e che darà il via, a partire dal prossimo 4 maggio, alla fase 2 dell’emergenza sanitaria.
“Sono consapevole che la sicurezza sia la priorità ma mi sembra che ci sia stata una chiara volontà di non assumersi responsabilità, di lasciare tutto così com’è. Questa indecisione – ha spiegato Calenda –, spesso mascherata da prudenza, avrà delle pesanti conseguenze su intere categorie lavorative che potranno riaprire solo a partire dal prossimo mese di giugno. Mi riferisco, in particolare, a tutti coloro che operano nel comparto della cura della persona. Parrucchieri, estetisti e tanti altri ancora che, ormai da due mesi, hanno abbassato le saracinesche delle attività commerciali e che dovranno attendere altri 30 giorni prima di vedere una spiraglio di luce”.
“Stiamo lavorando per trovare soluzioni alternative – ha continuato Calenda –. Anche perché il rimborso previsto dal governo giallorosso appare davvero irrisorio rispetto alle perdite subite a causa del coronavirus. Molti di questi lavoratori hanno diverse migliaia di euro di spese fisse al mese e i tanto acclamati 600 euro risultano del tutto insufficienti. Vi è di più, ascoltando diversi titolari mi hanno spiegato che le associazioni di categorie, nei giorni scorsi, avevano presentato un dettagliato piano al governo per garantire la sicurezza all’interno delle attività e il rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie necessarie per scongiurare il proliferarsi di contagi. Ipotesi che, da quello che mi risulta, non è stata presa in considerazione né tantomeno è stata data alcuna spiegazione a questo diniego. Sarebbe stato più giusto riaprire imponendo regole molte rigide, come la possibilità di far entrare un cliente per volta. Tra l’altro parrucchieri ed estetisti sono abituati a lavorare adottando misure di protezione individuale e, di certo, un locale dove ci sono due persone non è meno sicuro di un autobus dove ce ne sono venti.
Questo allarme sociale – ha continuato Calenda – non può restare inascoltato; motivo per cui ho già contattato il presidente Toma con cui stiamo individuando alcune possibili soluzioni per sostenere questa categoria di lavoratori.
Se il governo nazionale ha deciso di lavarsene le mani, la Regione, invece – ha concluso –, si farà carico della problematica e non abbandonerà i propri concittadini in un momento così delicato”.