Piano sociale “copia e incolla”: tutto da rifare. Si torna in Aula il 17 marzo. L’assessore Mazzuto bocciato dai suoi
Banco di prova per l’assessore regionale Luigi Mazzuto, dato che nella seduta di ieri, 3 marzo, a Palazzo D’Aimmo è arrivato il Piano Sociale Regionale 2020-2022. Uno strumento che, per garantire servizi alle categoria sociali più deboli, stanzia per il nuovo triennio 41 milioni di euro.
A bocciare l’esponente della Lega è la sua stessa maggioranza. Commenti durissimi quelli del consigliere in quota a Orgoglio Molise, Gianluca Cefaratti.
“Il compitino è stato svolto”, esordisce l’ex sindaco di Campodipietra che prende la parola dopo il consigliere di minoranza, Vittorino Facciolla, di cui di fatto ne sposa le tesi.
“Un Piano fatto senza coraggio e senza porre attenzione a un contesto che è cambiato”, dice Cefaratti dando l’assist alla minoranza dem che sostiene di aver riportato in Aula un Piano copiato dal passato.
“Andava fatto uno sforzo circa l’integrazione sanitaria. Non è possibile che in quest’aula ci sia solo un’ammenda dell’assessore regionale”. Per l’ennesima volta, insomma, per Cefaratti, l’assessore Mazzuto ha fallito.
Cefaratti parla di dati copiati, anche in merito alla popolazione. Nei documenti ci sono gli stessi numeri riferiti ad anni differenti: 2013 e 2017. “Viene il dubbio circa la validità di questi dati”.
“Doveva essere riattivato l’Osservatorio sul sociale e, ora, questa volontà la si ritrova nel Piano. Ma andava fatto prima, e questo – specifica Cefaratti – per elaborare un Piano che fosse più attento alle tante variabili mutate sul territorio. Nel viene data attenzione a tante emergenze di questa terra, come ad esempio il dilagare del fenomeno droga. In questo documento non se ne fa addirittura accenno”.
“Mi sarei aspettato qualcosa di più e di nuovo. Questo Piano – conclude Cefaratti – va in parte ripensato e mi piacerebbe farlo con il contributo di tutti. Possiamo ritardare l’approvazione, ma abbiamo il dovere di ricomprendere ciò che non è stato preso in considerazione”.
“Quella di Cefaratti – dice invece Primiani – è un’analisi lucida e veritiera”.
Manca l’integrazione socio-sanitaria: ed è questo che ha rilevato il partenariato e la IV Commissione. “Il problema – ha detto Primiani – è stato di metodo. In Commissione avevamo, infatti, suggerito di ascoltare i vertici Asrem per punti di contatto che sicuramente ci sarebbero stati per operare sul territorio”.
Criticità all’interno del Piano anche per la consigliera di maggioranza Paola Matteo, per la quale mancano tutti i fenomeni sociali emersi negli ultimi anni. Droga, ma anche cyberbullismo, revenge porn, fake news, l’aumento dei divorzi, nuove forme di povertà.
“Viviamo in una società in continua e complessa evoluzione. Questo Piano doveva tenerlo presente, così come doveva occuparsi di prevenzione in differenti ambiti, di cui invece si parla pochissimo”, dice la Matteo.
Numerosissime le criticità avanzate anche da Patrizia Manzo che rimarca il mancato confronto in Commissione.
“Per mesi ci siamo detti che le misure adottate dall’ex assessore Facciolla non erano soddisfacenti. Ci saremmo aspettati un cambiamento. Il Piano sociale attuale è la riedizione del vecchio. Per l’ennesima volta la struttura l’ha preso per mano e ha scelto la struttura che si è sostituita alla volontà politica”, le parole del consigliere Di Lucente a Mazzuto a cui ha ricordato – citando in causa il presidente Toma – di studiare. “Ha deleghe importanti e delicate. Sul lavoro sembra sparare sulla Croce Rossa, ha toppato e continua a toppare. Almeno sul sociale ci saremmo aspettati un riscatto e ora ancora non ci spieghiamo lei perché è ancora lì. Facciolla l’aveva definita un ectoplasma e lei posso dire che a essere un fantasma ci sta riuscendo proprio bene”, ha concluso Di Lucente.
Dopo la discussione le minoranze fanno sapere di volersi astenere dal voto. Voto che però non ci sarà. Dopo la sospensione tutto viene rinviato al 17 marzo.
“Se è vero che l’unico investimento davvero utile alla società è quello sulla solidarietà, è altrettanto vero che la Regione Molise ha impegnato davvero pochi fondi, poche energie, poca voglia di migliorare il nuovo Piano Sociale Regionale, che resta un documento poco innovativo, senz’anima e poco impattante sul territorio”, è il commento della capogruppo PD, Micaela Fanelli
“Ancora una volta, – prosegue – è apparso lampante che se il sistema sociale molisano continua a reggere, lo si deve solo e soltanto all’abnegazione di tutti gli operatori coinvolti. Precari, mal pagati, niente affatto considerati. Solo a loro va il mio personale e sentito ringraziamento, che per nove anni ho guidato il Piano sociale del Fortore e Matese e ho toccato con mano i problemi e il valore di queste persone. Cosi come i tecnici dell’assessorato regionale, che hanno sempre svolto seriamente il proprio lavoro. Perché sul tema dei temi, le politiche sociali, l’esecutivo regionale si è dimostrato, anche questa volta, lontano, incapace, insensibile. Eppure, il sociale è lo statuto fondativo del nostro stare insieme. Eppure, Toma e la sua Giunta lo considerano e lo relegano all’ultimo punto degli interessi della Regione Molise. Se c’è qualcosa di salvabile, questo va ascritto alla continuità delle azioni contenute nel precedente Piano Sociale nel garantire diversi servizi essenziali, soprattutto per anziani e disabili. Perché, per il resto, manca completamente la parte di innovazione, non è stato dato seguito a nessuna concertazione, non sono stati presi in considerazione i contributi offerti dai soggetti interessati, ascoltati sì in Commissione, ma senza alcuna traccia nel piano. Si rileva il fabbisogno ma non si pone rimedio, non si prospettano soluzioni, generando solo una contraddizione interna e strutturale del piano stesso, che non parla con nessun altro settore, con nessun altro documento strategico regionale. Un Piano ‘solo e non integrato’, solitario come l’Assessore Mazzuto e il Presidente Toma, che non sono riusciti a far dialogare l’atto principe del sociale con il DEFR, il Piano Strategico del Turismo, il Piano dello Sport integrato, l’Agricoltura, le infrastrutture, tutto il mondo del Lavoro. Per non parlare della doverosa integrazione socio-sanitaria, una chimera per questa regione! Nessun coordinamento, né interno né esterno. Nessun accenno al pilastro sociale europeo e alla nuova programmazione comunitaria. Non possiamo fare finta di niente nemmeno e soprattutto sull’assenza di risorse, il punto più doloroso. Solo un milione e seicentomila euro – parole dell’Assessore – a fronte dei 13,8 milioni appostati ogni anno. Cioè, non stiamo investendo niente. E, purtroppo, è del tutto evidente. Quali sono, allora, le proposte del Gruppo Consiliare del Partito Democratico per tentare di invertire la rotta?
Lo abbiamo scritto e proposto nel nostro ordine del giorno: torniamo in Commissione e riscriviamo il Piano. Miglioriamolo sulla scorta dei contributi proposti dagli operatori, attivando una vera e proficua concertazione e non solo un ascolto senza conseguenze, senza soluzioni concrete e perseguibili. Impegniamo quindi più risorse finanziarie, assumendo fin da ora le poste nel prossimo bilancio regionale. Prevediamo la possibilità di anticipazioni da parte della Regione e di Finmolise, un fondo di garanzia per gli Ambiti sociali per coprire i mancati versamenti da parte di Comuni e le possibili emergenze, un meccanismo di bilancio diverso per il Fondo di Solidarietà Comunale che non può condizionare i bilanci degli enti comunali capofila, di fatto ingessandoli.
Soprattutto, andiamo a Roma e in Europa con una rinnovata capacità di innovazione, proposta, capacità di intercettare i bisogni e risolvere i problemi. Il Molise è il coordinatore delle regioni a Bruxelles e non presenta alcune soluzione nuova? Sfidiamoli sul caregiver, la proposta che il PD ha depositato come contributo (una PDL specifica che richiede immediata approvazione)”.
“Quattro quindi – conclude la Fanelli – sono i metodi per risolvere le lacune: nuove proposte di merito in Commissione con migliore concertazione; più risorse regionali; regole di accompagnamento che rendano gestibili finanziariamente e operativamente gli ambiti; nuove idee da e verso Roma e Bruxelles.
Anche sulla nuova emergenza coronavirus, una innovativa gestione per gli anziani venga immaginata da subito. Se avremo bisogno di supporto, bisogna impostarlo da subito: si attivino immediatamente i Comuni e gli Ambiti che possono essere efficacemente organizzati per supportare la situazione di temporanea richiesta di riduzione delle interazioni fra persone. Se agli anziani chiederemo prudenzialmente di restare a casa, quanti ce ne saranno che andranno accuditi? Mi auguro ovviamente che non succederà, ma ancora una volta una regia unica, soprattutto sul tema socio-sanitario, non può essere più rinviata”.
Molto simile la linea dei Cinque Stelle che a margine dell’Assise regionale fanno sapere come nel Piano manchi “la necessaria integrazione in tutti i settori, ad esempio quella con le politiche agricole, senza la quale non si può attuare la tanto decantata programmazione integrata prevedendo uno sviluppo rurale di carattere sociale.
Nel Piano non vi è neanche alcun riferimento alla Strategia nazionale delle aree interne, che tra le tante cose supporta la cosiddetta ‘mobilità a chiamata’ per gli anziani disabili. Non vi è alcun riferimento al Piano regionale dello sport, non vi è alcun riferimento ai minori e non sono previste risorse in merito.
Manca, inoltre, l’integrazione socio-sanitaria, come segnalato sia in IV Commissione sia dal Tavolo del partenariato”.
Dunque, ancora una volta a finire sotto accusa è Mazzuto e l’intera Giunta regionale, mentre, come ricordano i pentastellati “i Comuni sono in attesa di attuare i programmi, mentre gli affidamenti stanno scadendo e tanti molisani rischiano di restare senza i servizi territoriali minimi”.