La quattro corsie, Buono (PD): “La grande farsa del governo regionale Toma”
“Il tema della costruzione di una quattro corsie in Molise, che unisca il Tirreno all’Adriatico collegando Termoli a San Vittore oppure a Mignano Monte Lungo, trattato ieri dal Governo Regionale Toma con una superficialità ed improvvisazione che dà il segno del basso livello politico”. A dirlo è il consigliere comunale di Venafro e dirigente regionale PD, Stefano Buono.
“Il citato sub-emendamento 6.010 presentato in commissione congiunta bilancio e affari costituzionali da parlamentari della Lega, su ipotetico mandato politico-amicale del nostro governo regionale, che avrebbe dovuto introdurre l’art. 16 bis atto a reperire le risorse per finanziare l’infrastruttura rappresenta semplicemente un capitolo comico. Prima di tutto – continua Buono – un aspetto formale: l’emendamento presentato non aveva alcuna attinenza con la ratio del provvedimento di conversione in legge del “Mille Proroghe” all’interno del quale era stato inserito, che, appunto, si occupa di proroghe. Motivo per il quale, non avendo i requisiti di legittimità, è stato respinto dalla competente Commissione. Oltretutto nessun provvedimento può esistere se a monte non vi è la copertura finanziaria. Ma, oltre al non secondario problema di legittimità, veniamo ai motivi sostanziali.
Sono stati richiesti fondi, circa 800 milioni di euro, tramite un atto parlamentare improvvisato senza una progettazione di massima ed in assenza di concertazione con i vari livelli di governo ed i molteplici enti interessati. Per tentare di fare un esempio, spero calzante: anche un privato che volesse costruire un edificio all’interno di una città, nonostante ci sia una normativa ed un PRG che prestabilisca la sua possibilità di edificazione, dovrebbe comunque mettere in campo un progetto preliminare e concordarlo con l’Amministrazione Comunale.
Ci rendiamo allora conto di quanto sia grottesca e paradossale la vicenda a cui volutamente e strumentalmente questo governo regionale ha dato pubblicità.
Sostenere di aver fatto il proprio, e che la responsabilità politica sia in capo a qualcun altro, poiché qualcuno ha presentato in parlamento un insensato emendamento senza, però, che la Regione abbia messo in campo una progettualità e senza aver neanche tentato non solo una concertazione (indispensabile per le grandi opere) con Roma ma neanche un approccio preliminare è follia. Come se si trattasse di un’istanza da produrre, ad esempio, all’ INPS per ottenere la pensione e questa debba e possa rispondere si oppure no.
Nulla di ciò è infatti previsto nel contratto di programma annuale tra MIT e Regione, non si è mai avviato un processo in tal senso coinvolgendo anche ANAS. Non ci sono intendimenti su quale sia l’indirizzo programmatico per utilizzare, magari anche per questa grande infrastruttura, la prossima programmazione settennale dei fondi europei che vedrà il Molise tornare nel vecchio “obbiettivo 1 “ e quindi avere ingenti risorse ulteriori.
Si può comprendere, è la realtà, l’incapacità di mettere in campo una progettualità e di dotare il Molise di una grande infrastruttura. Non è comprensibile – conclude Buono – l’approssimazione ed il pressapochismo con il quale, maldestramente, si tenti di attribuire responsabilità proprie ad altri soggetti”.