Route nazionale, gli scout molisani raccontano la loro esperienza a San Rossore. Le ‘Strade di Coraggio’ condivise con Renzi, Boldrini, Borsellino e Ciotti
È finita. Non sono mancate le lacrime, i sorrisi e quella voglia di cambiare, di essere cittadini attivi e propositivi, ai trentamila scout radunati a San Rossore sotto le note di “Strade di Coraggio”, il canto ufficiale del campo, intonato durante la cerimonia di chiusura della Route nazionale.
Strade percorse in ogni regione d’Italia per dimostrare un impegno concreto a riscoprire il territorio, ma anche la presenza di una comunità che esce fuori da ogni confine, sotto un unico simbolo di fraternità; la promessa che lega ognuno di questi ragazzi, eliminando le barriere culturali radunandoli sotto un’unica strada dl cambiamento.
San Rossore è la meta: gli Alfieri, rappresentanti di ogni clan, si riuniscono al loro Parlamentino e scrivono la Carta del Coraggio, l’atto concreto donato al premier Matteo Renzi in occasione del suo intervento conclusivo; un impegno a percorrere un’unica strada in parallelo tra istituzioni e Chiesa.
Numerosi ospiti non sono mancati, dall’intervento del Presidente della Camera, Laura Boldrini, sino a Rita Borsellino e don Ciotti.
Ma la vera esperienza vissuta in quella città costruita di tende, ideali e speranza è lo scautismo, parole che non vogliono fermarsi a concetti astratti e perdersi in propositi ma divenire un segno duraturo nella roccia.
Camminare per sporcarsi le mani, cambiare il futuro. Con quel sorriso sulle labbra, con quella camicia stropicciata e quel fazzolettone d’ogni colore del mondo al collo.
Alessandro Adami (Gruppo scout Termoli 3)