Politica

Regione, mail e telefonate anonime con i nomi dei vincitori del concorso per dirigenti: il caso porta scompiglio in Aula

Il Movimento Cinque Stelle chiede l'annullamento in autotutela degli avvisi

Quella voce che si rincorre pesa come un macigno. E diventa ancora più insistente quando quel bisbigliare trova forza e corpo nelle parole del consigliere regionale di centrodestra, Andrea Di Lucente.

È proprio l’esponente dei Popolari per l’Italia di Palazzo D’Aimmo a raccontare in aula di aver ricevuto telefonate e mail anonime nelle quali si davano per certi i cinque nomi dei dirigenti interni della Regione che avrebbero passato le selezioni di quel bando che non si è fatto di certo attendere.

Ed è proprio alle parole del consigliere di maggioranza che si aggrappa il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Andrea Greco, per far sì che la tesi dei pentastellati sia accolta quando, in occasione della seduta pomeridiana del Consiglio regionale di ieri 22 ottobre, ha portato in aula una mozione per chiedere al Presidente Toma di annullare gli avvisi pubblici in autotutela, così da correggerne i vizi e pubblicarli nuovamente, nei modi e nei tempi previsti dalla legge.

Un atto, quello illustrato da Greco che, per arrivare a essere iscritto all’Ordine del Giorno, dovrà passare per la conferenza dei capigruppo.

In attesa che ciò avvenga, sono gli stessi esponenti di minoranza a spiegare come quel bando sia impugnabile per ben sette vizi di forma. Anzi quei bandi.

Ovvero quelli che hanno messo a concorso 10 posti per  l’assunzione di nuovi dirigenti (tra i quali 5 per  esterni e 5 per il personale interno)  e numerosi altri posti per funzionari e progressioni verticali, quelle per il passaggio da un livello ad un altro) del personale interno.

Si tratta delle determine dirigenziali 97 e 98 dell’8 ottobre 2019. Determine che portano la firma del Direttore del III Dipartimento, Claudio Iocca.

A segnalare le presunte irregolarità erano già stati i sindacati. Si tratta di vizi che li rendono potenzialmente e agevolmente impugnabili.

Prima cosa su tutto: gli avvisi non prevedono la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

“Eppure il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, – ricorda il gruppo del M5S – si è espresso in maniera inequivocabile in materia di concorsi e con due sentenze, la 5298 del 16 e la 227 del medesimo anno, ha definito illegittimo qualunque bando di concorso non pubblicato in Gazzetta Ufficiale”.

Ma non è tutto, dato che non risulta poi esperita la procedura per il personale della pubblica amministrazione collocato in disponibilità biennale. La legge, invece, prevede che la copertura di posti messi a concorso sia subordinata all’esito negativo della suddetta procedura e, in caso contrario, considera nulle le assunzioni effettuate.

Ancora: l’articolo 26 della legge regionale numero 10 del 2010, che disciplina l’accesso alla qualifica dirigenziale, non contempla il ricorso alla selezione ‘per titoli ed esami’.

Ed è proprio sulla stessa materia che interviene anche il regolamento regionale numero 3 del 2003, che prevede almeno due prove scritte e un colloquio. “L’avviso che abbiamo avuto modo di esaminare – dicono ancora i pentastellati prevede una sola prova scritta. Il nuovo Statuto regionale – continuano – vincola poi l’amministrazione regionale all’individuazione dei ruoli e dei profili professionali necessari alla determinazione dei nuovi assetti organizzativi, sulla base dei quali è possibile individuare risorse e criteri di scelta. Ma a tal proposito, l’articolo 10 del bando, riferito alla ‘Commissione giudicatrice’, non pare in linea con il dettato normativo”.

Sempre per i Cinque Stelle, inoltre,  l’articolo 12, che disciplina la ‘Valutazione aggiuntiva dei candidati’ ai fini della valutazione dei titoli, non sarebbe conforme alle previsioni del Dpcm 78 del 2018 che stabilisce, appunto, ‘i titoli valutabili nell’ambito del concorso per l’accesso alla qualifica di dirigente e il valore massimo assegnabile, ad ognuno di essi’.

“Al di là dei tecnicismi, – evidenziano gli esponenti del gruppo di minoranza – tutte quelle evidenziate sono anomalie che potrebbero pregiudicare la regolarità delle procedure, arrecando un danno economico all’Ente, con l’esposizione agli eventuali ricorsi da parte dei legittimi interessati. Inoltre, da un punto di vista politico – sottolineano i portavoce M5S – la leggerezza con la quale si predispongono i bandi nella nostra regione rappresenta uno tra i mali assoluti che ne impediscono una crescita sana”.

Una faccenda che poi si fa ancora “più grave, – sottolineano ancora – proprio alla luce di quanto dichiarato in Consiglio regionale dagli stessi consiglieri di maggioranza”.

Ed è qui che il riferimento va a Di Lucente, così come si ammicca anche alle parole di un altro consigliere di maggioranza, a fasi alterne tra le fila dei dissidenti, Massimiliano Scarabeo che parla di “una denuncia da portare in Procura”.

Redazione

CBlive

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