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Scarpe volanti in città. La pratica che arriva dall’America approda a Campobasso. Il significato? Dalla semplice bravata a un segnale per gli ambienti dello spaccio

Ancora scarpe appese ai cavi della luce nei pressi di via Labanca, ma anche in via Mazzini. Anche a Campobasso, infatti, approda un fenomeno strano che cela dietro di sé diverse interpretazioni, che vanno dalla semplice bravata a quello che potrebbe essere un segnale per lo spaccio di droga. Poco dopo la rotonda, basta alzare gli occhi al cielo per accorgersi di qualcosa di inusuale e vedere un paio di scarpe sospese in aria. Stessa scena nella più centrale via Mazzini, all’altezza dello svincolo per via XXIV Maggio.

Scarpe volanti in via Mazzini

In realtà, A Campobasso, non è la prima volta che accade. Era già successo qualche tempo fa proprio in via Labanca, dove oggi è possibile accorgersi nuovamente di un fenomeno che, in città come Firenze, si è diffuso anni fa e che ha anche un nome.

La pratica di quest’usanza è stata, infatti, definita Shoefiti. Si tratta di un termine nato dalle parole ‘shoe’ (scarpa) e ‘graffiti’ e che, italianizzato, sta a significare scarpe volanti’.

Nato negli Stati Uniti come manifestazione del folklore giovanile, il Shoefiti ha preso letteralmente piede nelle più svariate città del mondo. In America ci sono addirittura alberi ‘a tema’, interamente ricoperti di scarpe. Si chiamano ‘shoetree’ e vengono addobbati con tacchi a spillo, stivali, scarpe da ginnastica.

Ma quali sono i significati che sono stati dati a questo fenomeno? L’interpretazione spazia dall’imitazione di un rito in voga in alcuni corpi militari, come ad esempio per festeggiare la fine del servizio e il ritorno alla vita civile, alla possibilità, come già accennato, che si tratti di un vero e proprio segnale in codice lasciato da spacciatori di droga per comunicare la loro presenza in zona.

Oramai da anni gli esperti continuano a interrogarsi su una “pratica” che, come ha evidenziato il sociologo Marco Valesi su Focus, vuole in ogni caso celebrare una sorta di “rito di passaggio”.

“Potrebbe trattarsi di persone spinte dalla volontà di creare interazione tra cittadino e città, di lasciare una traccia del proprio passaggio in una zona, con la stessa logica dei graffiti e degli stencil”, sono state, infatti, le parole dell’esperto in merito a un’usanza diffusa in tutto il mondo. Compresa Campobasso.

 

 

Redazione

CBlive

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