I Radicali in visita al carcere di Campobasso. Sovraffollamento e mancanza di personale le criticità
In occasione delle festività natalizie l’associazione Radicali Molise ha visitato la casa circondariale di Campobasso insieme ai consiglieri regionali Filomena Calenda e Nico Romagnuolo.
Si tratta della prima visita a un carcere molisano da parte dell’associazione, costituita nella primavera di quest’anno. La delegazione dei radicali, composta da Gianmarco Cimorelli, Piernicola Di Iorio, Giancarlo Iemma e Mario Pietrunti, ha voluto manifestare attenzione alla situazione dei detenuti e alle difficili condizioni lavorative degli operatori della struttura.
A margine della visita i radicali hanno incontrato i giornalisti per riportare considerazioni e valutazioni.
“Come radicali siamo da sempre impegnati per il rispetto dei diritti umani e per lo Stato di Diritto”, ha commentato Mario Pietrunti, dirigente nazionale di Radicali Italiani. “Purtroppo il sistema carcerario italiano è ancora orientato all’afflizione del recluso, mentre invece dovrebbe mirare a reintegrarlo nella società: altrimenti si alimenta soltanto violenza e crimine”.
“Ringraziamo il comandante del carcere di Campobasso e tutto il personale per la cortesia e disponibilità nel corso della visita. Come la maggior parte degli istituti italiani, – le parole di Gianmarco Cimorelli, coordinatore di Radicali Molise – l’istituto presenta problemi di sovraffollamento, resi più gravi dall’inadeguatezza di alcune strutture interne e dalla carenza di un adeguato numero di persone adibite di sorveglianza. Siamo pertanto molto felici di aver avuto i consiglieri Calenda e Romagnuolo accanto a noi nella visita: la Regione può fare molto per rendere più umana la condizione carceraria, ad esempio migliorando l’assistenza sanitaria, di competenza regionale o promuovendo buone pratiche di reintegrazione nella società civile. Oggi, quindi, iniziamo un percorso che ci porterà nei prossimi mesi a visitare anche gli altri penitenziari della regione, ma ci auguriamo anche che sia un primo passo per avviare un dialogo costruttivo con tutte le realtà che gravitano intorno all’ambiente carcerario molisano, per – ha poi concluso – portare avanti iniziative che nel concreto migliorino la condizione di vita e di lavoro in un’istituzione così importante per la nostra società”.