Taglio ai vitalizi per gli ex consiglieri regionali, presto in aula la proposta del M5S. “Rispristinare giustizia sociale e buon senso”
Ripristinare giustizia sociale e buon senso. È questo l’obiettivo a cui tende la Proposta di Legge regionale presentata dai consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle sul taglio ai vitalizi degli ex consiglieri regionali.
In tempi di magra, dove in tanti fanno i conti con disoccupazione o stipendi irregolari, la Regione Molise, spende oltre 4 milioni di euro di soldi pubblici, per pagare i vitalizi di oltre 80 ex consiglieri.
Un meccanismo questo, reso possibile dalla Legge 10 del 1988 secondo la quale bastano 55 anni di età per maturare il vitalizio e gli assegni sono calcolati sulla base dei consiglieri attualmente in carica. “Un privilegio ingiusto e iniquo”, dicono i pentastellati di Palazzo D’Aimmo che questa mattina, venerdì 7 dicembre, hanno convocato i giornalisti per illustrare la proposta che presto approderà in aula.
Grazie al sistema dei vitalizi, gli 80 ex inquilini del palazzo di via IV Novembre,ogni mese introitano assegni che vanno da un minimo di 2150 euro ad un massimo di 5495.
Dipende, insomma, dal tempo trascorso dagli interessati sugli scranni dell’aula.
“Con la spending review del Governo Monti – precisano i Cinque Stelle – la Regione Molise è stata costretta a sopprimere i vecchi vitalizi e adottare il sistema contributivo, tuttavia le nuove regole non sono retroattive e, quindi, valgono solo per i nuovi consiglieri regionali lasciando invariati i privilegi già acquisiti”.
“La nostra proposta di legge – ha spiegato il consigliere Greco – mira a ridurre drasticamente questi onerosissimi privilegi, abrogando la legge del 1988 e ricalcolando gli assegni vitalizi con il sistema contributivo: in pratica tanto versi, tanto guadagni. In questo modo la posizione previdenziale degli ex consiglieri viene equiparata a quella dei dipendenti pubblici e privati”.
Gli ultimi ex consiglieri regionali che hanno fatto richiesta di vitalizio sono Gianni D’Uva che ha chiesto il vitalizio a 55 anni e percepisce il 76% del totale, dunque 2704 euro. Insieme a lui, solo nell’ultimo anno, hanno fatto richiesta anche Domenico Porfido e Mauro Natalini che a 55 anni incassano 2150 euro; Italo Di Sabato che sempre a 55 anni può percepire 3072 euro, Riccardo Tamburro che a 57 anni percepisce 2393 euro e Angiolina Fusco Perrella che oltre i 60 anni arriva a percepire il totale del vitalizio: 5495 euro.
A tutto questo aggiungiamo che la legge attuale prevede la reversibilità di una quota pari al 50% del vitalizio ai parenti più stretti dell’ex consigliere defunto.
“In termini di risparmio – dice il consigliere Primiani – ciò vorrà dire passare da un monte spesa di circa 4,2 milioni di euro ogni anno, a poco più di un milione, quindi la nostra proposta prevede un risparmio di circa 3 milioni di euro ogni anno, soldi che saranno destinati al contrasto delle dipendenze, all’implementazione del Registro Tumori e alle piccole e medie imprese”.
Tuttavia, dopo il ‘no’ compatto dell’aula sull’eliminazione dell’incompatibilità tra la figura di assessore e quella di consiglieri, i Cinque Stelle si dicono sicuri che “tanti ex faranno ricorso”. “Ma il nostro progetto – spiegano – è frutto di un attento studio dell’ufficio legislativo che ha tenuto in conto il doveroso bilanciamento tra i diritti costituzionali in gioco”.
Il taglio ai costi della politica, al di là di come sarà attuato al livello locale, resta però una via obbligata da seguire in base agli ultimi provvedimenti del Governo.
Nel testo provvisorio della manovra, infatti, per le regioni che non taglieranno i vitalizi a ex presidenti e consiglieri ci sarà un taglio drastico dei trasferimenti statali. Chi non adempirà alla norma che taglia i costi della casta potrà così perdere l’80% di finanziamenti statali che, non andranno però a toccare alcuni comparti come sanità, politiche sociali, non autosufficienze e trasporto pubblico locale.
“Per adeguarsi le Regioni hanno solo quattro mesi di tempo dal varo della legge. Ecco perché – dicono Greco e Primiani – la nostra proposta riveste carattere d’urgenza, quindi siamo certi arriverà presto in Consiglio regional”e.
Infine, lo stesso Primiani ci tiene a puntualizzare come “la proposta di legge del M5S non sia assimilabile a nessun’altra”.
“Ad esempio, quella del Pd, – spiega – prevede un contributo di solidarietà una tantum, mentre quella del MoVimento 5 Stelle prevede un intervento strutturale sull’istituto del vitalizio. Non solo. Con la proposta spot del PD potremmo risparmiare al massimo mezzo milione di euro, con quella del MoVimento 5 Stelle – conclude Primiani – il risparmio supererà i 3 milioni l’anno”.