Commissario ad acta alla Sanità, la norma sull’incompatibilità rispunta nel decreto fiscale. Toma sbotta e si appella alla Lega
Sui tavoli romani torna di attualità l’incompatibilità tra la carica di presidente della Regione e quella di commissario ad acta per la gestione del piano di rientro dal debito sanitario. Dopo che la norma, inizialmente prevista nel comma 2 dell’articolo 45 del decreto Genova, è stata stralciata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, potrebbe essere ora reintrodotta nel decreto fiscale, collegato alla prossima legge di Bilancio.
Il tema, infatti, sarebbe presente nell’indice della bozza di decreto ma non sviluppato all’interno del testo. Sulla notizia è intervenuto il governatore Toma che ha parlato di “un vero e proprio accanimento contro i molisani”.
Per il numero uno del Molise si tratterebbe, infatti, di una “norma ad personam per bloccare un presidente che ha studiato e che conosce nel dettaglio tutte le problematiche sanitarie del territorio, e che, legittimato dal voto popolare, vuole assumersi la responsabilità delle relative soluzioni”.
“La Conferenza delle regioni unitariamente, si è schierata per la mia nomina. Il Consiglio regionale ha votato un ordine del giorno a favore della mia nomina”, ricorda Toma che a questo punto incalza la Lega. “Non posso credere che il vicepremier Salvini, il sottosegretario Giorgetti e la delegazione al Governo della Lega, i cui esponenti sono parte integrante della mia maggioranza e rappresentati finanche nella mia Giunta regionale, possano permettere di perpetrare una tale ingiustizia, non tanto contro il presidente della Regione, ma contro i molisani”.
“Da cinque mesi il nostro territorio – ricorda il governatore – è senza commissario ad acta, una cosa intollerabile. Per me, per la mia Giunta e per la mia maggioranza la tutela al diritto alla salute è sacra e andremo avanti per la nostra strada contro ogni scelta che possa penalizzare i nostri concittadini”.