Sugli alti costi della politica, Sergio Rizzo: “Il Molise non avrebbe ragione d’esistere”. Frattura sugli attacchi: “Qualunquismo e populismo”
Maria Cristina Giovannitti
La regione Molise seppur piccola ha avuto il suo gran da fare e soprattutto nell’ ultimo tempo è avvezza a calcare la scena nazionale per via dei costi e degli sprechi maggiori di tutta l’Italia.
Già illo tempore c’era l’Espresso più volte a puntare il dito contro il Molise ed additandola come la regione più ‘sprecona’ d’Italia sia in riferimento alle auto blu della politica che in merito ad un trafiletto non poco pungente dal titolo ‘Regali molisani’. In quell’occasione l’Espresso evidenziava come con la nuova giunta di Paolo Di Laura Frattura la musica in regione non era cambiata poiché il nuovo Presidente aveva sì tagliato le indennità di funzione ma introdotto un nuovo bonus di 750 euro per ogni capogruppo che prima non ne aveva diritto. La conclusione di tutto, secondo il noto giornale nazionale, è che: “Ogni capogruppo che abita a Campobasso arriva a guadagnare 1500 euro lordi di più”.
Continua su questa linea anche il Corriere della Sera che a firma di Sergio Rizzo, riprende un dossier stilato dal governo sui costi elevati della politica ed ha identificato come voce più costosa quella delle regioni. Tenendo conto di queste spese e volendo considerare una spending review sul campo per ridurre sul bilancio i costi sulla riga del decreto legge pensato da Piero Giarda, Rizzo scrive che “La Regione Molise non avrebbe ragione d’esistere”. Una soluzione drastica ma che risolverebbe il problema alla radice: il piccolo Molise spende troppo? Eliminiamolo.
Non è mancata la repentina ed adirata risposta del Presidente Frattura il quale bolla questa renovatio geopolitica suggerita da Rizzo come ‘qualunquista e populista’ e la motiva facendo l’elenco dei sacrifici che hanno portato il Molise a tirare la cinghia: “Piccoli come siamo, in un solo anno abbiamo superato 11 milioni di euro di economie. Come? Lavorando tutti insieme per ridurre la spesa corrente e semplificare tutta la nostra architettura istituzionale. Con il processo avviato la pianta organica della Regione Molise passerà nel 2016 da 819 addetti (situazione al 31 dicembre 2013), a 580 per un risparmio strutturale di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Il numero dei dirigenti risulterà ridotto del 46 percento: da 74 a 40. Abbiamo cancellato tutte le attività non prioritarie, eliminato premialità che non corrispondano al merito, accorpato, e continueremo a farlo, organismi con funzioni spesso identiche. Abbiamo risparmiato oltre un milione di euro nelle governance delle partecipate, mediante il coinvolgimento dei dirigenti regionali e l’azzeramento dei cda a favore dell’amministratore unico.Tra fitti e spese di gestione, abbiamo razionalizzato l’uso degli immobili per quasi un milione di euro di risparmi, abbiamo messo in vendita gli automezzi di proprietà dell’amministrazione”.
Per fino la venuta del Papa è stata a costo zero, tutta ammortizzata dalle imprese che hanno collaborato economicamente.
Rincara la dose il Presidente Frattura: “Abbiamo fatto questo, e altro ancora abbiamo in cantiere, per rendere il Molise più economico, più efficiente, più moderno, per rispondere alle esigenze e alle richieste di un Paese in profonda crisi, convinti che solo così possiamo insieme, i nostri cittadini e noi, guardare al futuro con fiducia e speranza. Lo sappiamo, rischiamo molto sul piano politico, ma siamo certi di assicurare un domani alla nostra Regione. Andremo avanti senza arretrare mai rispetto ai quotidiani attacchi riservati alla nostra esistenza. Ecco su che cosa ci piacerebbe confrontarci, piuttosto che essere solo oggetto di scherno da parte di chi, senza conoscerci, decreta che non meritiamo di esistere come Regione. Magari, chissà, potremmo riservare anche qualche sorpresa”.
E per la serie ‘ Il Molise non esiste‘ le promesse sul fronte della Regione sono quelle di un Molise più economico altrimenti via dalle cartine geografiche. Ai posteri l’ardua sentenza.