Pallacanestro, l’Italbasket di coach Capobianco Under 18 conquista il bronzo al torneo Albert Schweitzer
Il tecnico di Venafro: "Con questa squadra ci ritroveremo per preparare gli Europei e torneremo anche a Campobasso"
Andrea Capobianco è il re di Mannheim. Con il bronzo conquistato da qualche giorno nel torneo Albert Schweitzer alla guida dell’Italbasket Under 18, il tecnico molisano e docente presso l’Università degli Studi del Molise, nella facoltà di Scienze Motorie, ha centrato il terzo podio nelle ultime tre edizioni della kermesse tedesca (un oro e due bronzi).
Un traguardo straordinario che rende merito al lavoro svolto dal coach e dai suoi ragazzi capaci di mettere insieme sei vittorie e una sola sconfitta in semifinale, contro l’Australia. Contro la Russia, poi, è arrivata l’affermazione che ha consegnato agli azzurri un meritato terzo posto.
Coach, il prestigioso terzo posto conquistato in Germania è stato per voi un risultato inatteso oppure no? “Sai, secondo me quando fai questi tornei ogni cosa può essere inattesa. Si gioca ad un livello talmente alto e ogni piccolo dettaglio può fare la differenza. Noi abbiamo vinto la prima partita contro la Cina, un match difficilissimo perché l’esordio, si sa non è mai semplice contro squadre che si conoscono molto poco e non sai quali giocatori possono schierare. Quindi in questi tornei tutto è inaspettato. Quello che uno può fare è cercare di allenare nel modo migliore, facendo capire ai ragazzi che è importantissimo il percorso che fanno: gli allenamenti e l’aspetto mentale con il quale si arriva a queste manifestazioni. La capacità di far capire ai giocatori che, grazie a questo percorso te la puoi giocare con tutti. Almeno a livello di serenità stai tranquillo se sei allenato bene perché la serenità ce la dà il modo in cui noi affrontiamo le cose e non esclusivamente il risultato. Sono non contento, ma molto di più. Avevo chiesto ai ragazzi di provare ad entrare nella storia perché l’Italia non era mai arrivata tre volte consecutivamente sul podio di Mannheim. Bene, questa squadra ci ha permesso di raggiungere anche questo sogno”.
Ha sempre ottenuto grandi risultati in giro per il mondo ma a Mannheim è il re visto che negli ultimi anni è andato sempre a podio. “Certamente queste affermazioni a Mannheim devono riempici di gioia e farci capire che alla fine dei ragazzi che possono giocare ad alti livelli ci sono e devono continuare a lavorare nei prossimi quattro anni e formarsi ancora di più. Adesso la differenza non sarà più nel semplice gesto tecnico ma nell’intensità del gesto tecnico. Però per avere intensità il gesto tecnico deve essere curato nei minimi dettagli”.
Quali sono i prossimi appuntamenti per coach Capobianco? “Con questa squadra ci ritroveremo per andare a preparare gli Europei e torneremo anche a Campobasso. Europei nei quali incontreremo squadre fortissime. Sia il nostro girone, sia quello che incroceremo, sono composti da quintetti spaventosi. Però sappiamo che dicendolo non possiamo cambiare qualcosa. Questi sono i gironi e contro queste squadre dobbiamo giocare. Quindi ci dobbiamo preparare nel modo migliore per poter affrontare anche queste avversarie. Prima ci saranno anche delle tappe del tre contro tre europee. Questo sarà il mese per vedere ancora di più tanti giocatori, studiare come provare a migliorare la squadra rispetto a quella di Mannheim per essere pronti ai campionati europei che, ripeto, si giocheranno veramente sui dettagli”.
Guardando al nostro Molise, Cus e Unimol organizzeranno la fase finale dei Cnu. La selezione di basket è riuscita a centrare la qualificazione. Il lavoro iniziato in generale anche da lei anni fa in favore della pallacanestro molisana sta dando i suoi frutti. “E’ un lavoro d’equipe e la cosa mi rende ancora più orgoglioso perché con il Cus e con la Cestistica stiamo cercando di mettere sempre insieme certi aspetti e logicamente ne trae beneficio la pallacanestro stessa, in questo caso quella universitaria. Essere arrivati per il secondo anno consecutivo alle finali, è per il Cus un risultato stratosferico. So con quanto amore e quanta voglia sia i dirigenti del Cus a partire da Maurizio Rivellino, Germano Guerra, Marco Sanginario, sia i tecnici Mimmo Sabatelli, Rosario Filipponio, Andrea Anzini e tutta la struttura hanno messo, per cercare di fare qualcosa di importante come Centro Universitario Sportivo del Molise E questo deve far piacere ad ogni studente e ad ogni ragazzo molisano che frequenta questa Università”.