Verso un ‘bisturi’ a raggi X: in due lavori scientifici la possibilità di intervenire sull’epilessia con sottilissimi fasci di energia a elevata precisione
Giuseppe Battaglia (Laboratorio di Neurofarmacologia Neuromed): "Siamo, comunque, ancora lontani dall'applicazione di queste radiazioni sull'uomo"
Lì si potrebbe pensare come bisturi sottilissimi, meno di un capello. Ma nessun chirurgo li può prendere in mano: sono impalpabili, raggi di energia, e rappresentano una delle frontiere più avanzate contro patologie gravi come i tumori e alcune malattie neurologiche. Il Laboratorio di Neurofarmacologia dell’I.R.C.C.S. Neuromed partecipa a questa impresa scientifica in collaborazione con il dottor Pantaleo Romanelli, Brain Radiosurgery, Cyberknife Center, Centro Diagnostico Italiano, Milano e il dottor Alberto Bravin, European Sychrotron Radiation Facility, Grenoble, Francia.
Il punto centrale di queste ricerche è il sincrotrone, una struttura in cui gli elettroni vengono accelerati quasi alla velocità della luce. Per costringerli a girare all’interno di un anello sono necessari campi magnetici potentissimi che li deviano. E proprio questa deviazione produce raggi X, che possono essere modulati fino a formare fasci sottilissimi dotati di elevata energia.
L’idea è di usare questi fasci di raggi X per effettuare veri e propri interventi chirurgici di altissima precisione. In due lavori scientifici appena pubblicati sulla rivista Scientific Reports, con il contributo dei ricercatori Neuromed, viene studiata la sicurezza di questi sottilissimi raggi X in animali sani irradiati nella corteccia cerebrale e nell’ippocampo, la principale area cerebrale dalla quale originano le forme di epilessia refrattarie ai trattamenti farmacologici.
I raggi X, effettuando una serie di microincisioni nel cervello, come un pettine, potrebbero potenzialmente eliminare le scariche convulsive, controllando queste forme di epilessia.
Il principale problema sono gli eventuali danni alle strutture nervose, e proprio i due lavori pubblicati hanno dimostrato, grazie anche alle analisi condotte nel Neuromed, che non vi sono effetti negativi sul normale funzionamento del sistema nervoso centrale.
“Naturalmente – dice il dottor Giuseppe Battaglia, del Laboratorio di Neurofarmacologia Neuromed – siamo ancora lontani dall’applicazione di queste radiazioni sull’uomo. Non solo serviranno ulteriori studi per confermare la loro sicurezza ed efficacia, ma bisogna ricordare che il sincrotrone di Grenoble ha una circonferenza di centinaia di metri. Sarà necessario progettare e realizzare generatori capaci di emettere raggi X della stessa energia e spessore, ma compatti, ed installabili in strutture ospedaliere”.