Colavita ai Cinque Stelle: “La rinuncia all’indennità è il frutto dei miei valori. Discutiamo su quello che abbiamo dimostrato di saper fare”
Il candidato del Partito Democratico al Senato risponde ai pentastellati
SPAZIO ELETTORALE – “Devolvere l’indennità da senatore in favore di chi si occupa del disagio sociale o per borse di studio dedicate a studenti meritevoli che altrimenti non avrebbero modo di avere accesso a una formazione di eccellenza, significa essere ben consapevole del peso enorme che nel nostro paese hanno le disuguaglianze sociali. Voglio precisare però come la mia sia un’iniziativa del tutto personale che, ovviamente, non è finalizzata a mettere da parte la problematica. È un gesto che risponde ai valori della mia formazione, a quel senso di solidarietà che ha sempre contraddistinto la mia vita e che sento di voler fare verso chi è rimasto indietro. Verso coloro ai quali la crisi ha fatto rallentare il passo”. Ad affermarlo è il candidato del Partito Democratico al Senato, Enrico Colavita.
“La mia – prosegue Colavita – non è una rinuncia che avviene per vanagloria o stoicismo. Né tantomeno sento di essere un eroe. Da imprenditore che non ha mai fatto e non ha mai vissuto di politica sento di avere una posizione privilegiata per dire di poter svolgere la funzione di senatore senza alcuna indennità. Resta la consapevolezza di conoscere bene il valore del lavoro, qualunque esso sia. Se non avessi conosciuto l’importanza del lavoro molto probabilmente la mia azienda non sarebbe mai diventata ciò che è oggi. In azienda vivo con i lavoratori 24 ore su 24. Conosco i loro nomi, le loro storie, le loro famiglie. Rifletto e traggo spunto dal loro punto di vista, dalle loro opinioni. So quanto sia importante il valore del lavoro di ciascuno all’interno di una squadra. Il contributo di ognuno per il risultato di tutti. So anche quanto può essere frustrante non averlo un lavoro. Averlo perso. So quanto può pesare per un padre di famiglia fare i conti con il non poter dare un futuro ai propri figli. Sono convinto che la distanza tra cittadini e politica deve significare meno privilegi per ripristinare una politica fatta di sobrietà e moderazione, ma soprattutto di competenze, di conoscenze, di esperienze. In una parola di esempi di saper fare bene come io ho sempre fatto. È su questo punto – conclude l’imprenditore – che sarebbe necessario spostare la conversazione da parte di rappresentanti del Movimento Cinque Stelle”.