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Storie di giovani / Una bici e un po’ di insonnia per scoprire le bellezze del Molise. Pietro: 18 anni e la consapevolezza della magia di una regione

pietro iocca
Il giovane Pietro Iocca

LUDOVICA COLANGELO

Le verdi distese di Petacciato, il sole che illumina il lago di Guardialfiera, il borgo di Termoli con vista mare. Attimi di quotidianità e luoghi comuni che la vita di tutti i giorni fa scorrere veloci. Cosa accade, però, se per un attimo riflettessimo su quanto di prezioso il Molise possiede?

Una domanda alla quale ha cercato di rispondere Pietro Iocca, un giovane ragazzo di Castelbottaccio, ma che abita e studia a Campobasso. Un diciottenne come tanti altri con la particolarità di non essere un dormiglione. Chi non ha mai provato la brutta sensazione di spalancare gli occhi quando il mondo intorno è fermo? Ore di attesa pesantissime e noiose che, però, per il giovane Pietro sono divenute la formula per una preziosa scoperta.

“Essendo molto mattiniero, – dice Pietro – per passare il tempo, in attesa del risveglio dei miei amici, prendevo la bicicletta per andare a visitare luoghi che mi incuriosivano. Pian piano ho iniziato ad andare più lontano, sia da Campobasso che da Castelbottaccio”. È così che inizia il viaggio di Pietro tra paesaggi incontaminati e scorci nascosti del piccolo Molise. Attimi di scoperta che il giovane liceale ha immortalato attraverso bellissimi scatti fotografici.

“Ho iniziato a fotografare paesaggi, paesi e vicoli. Attraverso l’obbiettivo della mia fotocamera ho imparato ad apprezzare la mia regione sotto tutti i punti di vista e, cosa più importante, ho reso i paesaggi miei, sentendomi l’uomo più ricco del mondo”.

Una ricchezza, quella raccontata da Pietro, che si traduce nell’essere consapevole di quanta natura, storia, tradizione il Molise è colmo. Consapevolezza di cui tutti i molisani dovrebbero essere fieri. “Il mio sogno – dice infatti Pietro – è quello di far svegliare i miei corregionali da quel torpore che paralizza i nostri luoghi”.

Che sia, dunque, la formula giusta di un augurio partito dal basso?

Redazione

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