Canile Santo Stefano, Battista punta il dito contro il M5S. “Sciacallaggio politico”. Nelle ore dell’emergenza centralini intasati per le lamentele dei cittadini. Cretella “Si faccia avanti chi è capace di smentire le mie parole”
“Sul canile di Santo Stefano è stato messo in moto un vero e proprio sciacallaggio mediatico”. È questa, in estrema sintesi, la posizione del primo cittadino Antonio Battista e della sua amministrazione che fa sapere di star valutando “tutte le azioni da attivare, oltre che per tutelare la propria immagine, per impedire che si continui a creare panico, allarme e mobilitazioni del tutto abnormi che invece di essere di aiuto creano disagio ed intralcio in giornate già particolarmente critiche”.
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, in modo particolare a Simone Cretella. L’esponente di minoranza, recatosi insieme al collega, Roberto Gravina, al canile per offrire sostegno agli ospiti della struttura, ha diffuso subito dopo attraverso Facebook alcune foto con a corredo dichiarazioni che hanno fatto presto il giro del famoso social network.
“Il canile di Santo Stefano va chiuso. Volutamente costruito lontano ed isolato dal resto del mondo per tentare di nascondere la fastidiosa presenza lontano dagli sguardi e dall’olfatto della città, – si legge dalla nota di Cretella – questo inferno resta un’autentica vergogna per una società che osa definirsi civile. Oltre trecento cani, reclusi in orrende gabbie di ferro arrugginito, che ad ogni nevicata rischiano la morte per assideramento, fame e sete, a causa degli incredibili accumuli di neve che bloccano gli accessi alla struttura ed ai box, concepiti e costruiti in maniera ignobile. Anche questa volta, solo l’impagabile intervento di una task-force di volontari, oltre ai bobcat del servizio sgombero neve comunale intervenuti in extremis e dopo che il caso è di nuovo tristemente arrivato alle cronache nazionali, ha consentito di liberare i cani dall’isolamento, rifocillarli ed abbeverarli, salvandoli dal più triste destino”.
Parole queste, che per l’amministrazione Battista non solo hanno il sapore di un vero e proprio sciacallaggio mediatico, data la presenza nei pressi della struttura nelle ore più difficili sia del primo cittadino che dell’assessore Alessandra Salvatore, oltre al malore accusato da un operaio della Gener Service (la ditta che gestisce la struttura), ma che sarebbero stati anche la causa degli effetti avuti sui centralini delle forze dell’ordine in questi giorni di emergenza neve. “In tantissimi – dicono dal Palazzo di Città – continuano a subissare di telefonate il centralino del Comune di Campobasso, della Questura e dei Vigili del Fuoco, arrivando a minacciare il personale e l’amministrazione di Palazzo San Giorgio. Comportamenti questi che non sono di aiuto alla gestione dell’emergenza neve in canile ma che creano soltanto disservizi all’intera macchina degli aiuti in città”.
Intanto, fanno sapere da Palazzo San Giorgio “i cani stanno bene, il canile viene regolarmente rifornito di cibo dal gestore (tanto che anche i depositi sono pieni). Eventuali esigenze dei cani ospitati nella struttura comunale vengono monitorate costantemente dal personale e dai volontari che quotidianamente, da anni, si recano in canile”.
Nel tranquillizzare l’opinione pubblica sul buono stato di salute dei cani, sempre da Palazzo San Giorgio, fanno anche sapere che “l’arrivo di carichi di cibo non potrà essere accolto presso la struttura di Santo Stefano e che ogni contributo, se non preventivamente concordato così come fatto esclusivamente dalla sezione provinciale Enpa di Campobasso, non sarà accettato”.
Non si è fatta attendere la risposta del consigliere Cretella che ha rimandato le accuse al mittente. “Francamente, – le parole dell’esponente del M5S – non capisco di cosa mi si possa accusare; si faccia avanti chi è capace di smentire anche solo una parola di quanto ho liberamente affermato attraverso una mia considerazione che mi sento di confermare al 100%. Quel canile è indegno, e la situazione venutasi a creare nei giorni scorsi ne è la più lampante testimonianza. Massimo rispetto per gli operatori della ditta che gestisce il canile, ancor più per chi ha anche accusato il malore, ma parliamo di persone che fanno questo per mestiere, alla pari di tanti che in queste situazioni complesse debbono affrontare qualche sacrificio in più. Stesso dicasi per gli operatori dei mezzi spartineve che hanno contribuito in maniera determinante all’apertura dei varchi, ma anche in questo caso è il loro lavoro e per questo vengono anche (giustamente) retribuiti. Bene la visita in fuoristrada del sindaco e dell’assessore, anche questo è il loro lavoro, ma stiamo parlando di altro; più di tutti vanno elogiati i volontari che, pala alla mano, hanno fatto il lavoro più grande. Ma il problema è a monte: certe situazioni andrebbero prevenute e non affrontate nell’emergenza, non si è trattato di sgomberare un marciapiede dalla neve, ma salvare la vita di centinaia di animali ingiustamente reclusi e senza alcuna via di scampo. La causa principale, – specifica – oltre all’innegabile ritardo dell’intervento, non può non essere la collocazione e la conformazione del canile stesso. il sindaco, che è una memoria storica dell’amministrazione campobassana, ci spieghi piuttosto per quali ragioni anni fa si scelse proprio quel terreno, palesemente inidoneo, di Santo Stefano per collocarvi il canile. Se poi la notizia ha fatto il giro d’Italia creando l’indignazione di migliaia di persone, beh non è certo colpa di chi cerca di fare luce su un problema, piuttosto di chi l’ha creato. E non si parli di sciacallaggio politico, è uno stile che non mi appartiene: se avessi voluto farlo – conclude Cretella – avrei potuto parlare ad esempio del piano neve e dei tanti disagi che stanno vivendo i campobassani, cavalcando il vasto malcontento, ma me ne sono ben guardato dal farlo riconoscendo, con onestà intellettuale, l’oggettiva difficoltà ed eccezionalità del momento che avrebbe messo in difficoltà chiunque.
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