Tamponò due magistrati, la Corte d’Appello di Campobasso ribalta la sentenza di primo grado e assolve il malcapitato automobilista abruzzese
La Corte d’Appello di Campobasso ha assolto un imprenditore che aveva tamponato due noti magistrati abruzzesi.
La storia per l’imputato è stata un incubo durato otto lunghi anni. M.A., queste le iniziali del malcapitato cittadino, nel lontano novembre del 2008, per una piccola distrazione, aveva tamponato due noti magistrati, all’epoca dei fatti assegnati al distretto della Corte d’Appello dell’Aquila. Dopo il tamponamento in questione, l’imputato era sceso dall’autovettura per confrontarsi con i sinistrati.
Siccome pioveva a dirotto e si era creata una lunga coda, lo stesso, assicuratosi che non fosse accaduto nulla di grave, si allontanava frettolosamente dal luogo del sinistro.
Non sapeva, però, che si trattava di due giudici, oggi marito e moglie. Da qui i suoi guai. Il giorno dopo, una domenica mattina, si è visto arrivare di buon ora i carabinieri a casa per il mancato soccorso alle vittime della strada.
M.A., basito, si ritrovava successivamente indagato dalla Procura della Repubblica di Campobasso per lesioni personali colpose e per il grave reato di omissione di soccorso.
La Procura di Campobasso è competente sui magistrati abruzzesi se questi commettono o subiscono un reato.
Dopo 21 udienze, il Tribunale di Campobasso ha assolto l’imputato per l’omissione di soccorso, condannandolo per le lesioni personali colpose a danno dei due coniugi.
La Corte d’Appello di Campobasso, a seguito dell’impugnazione dell’imputato, lo ha assolto per la tenuità del fatto.
In pratica, i massimi giudici molisani hanno dato ai fatti la giusta dimensione, relegando il tutto ad un normalissimo incidente stradale, di quelli che quotidianamente si verificano sulle nostre strade.
L’avv. Luigi Iosa, che assiste M.A. di Silvi, si è detto soddisfatto “perché la Corte d’Appello di Campobasso ha dimostrato buon senso e grande capacità di governare situazioni delicate. Ispirandosi ad una poesia del grande Totò, “A Livella”, in occasione della recente ricorrenza degli amati defunti – Iosa ricorda – siamo tutti uguali di fronte alla morte e di fronte alla Legge”.