‘Pianeta donna’, il bilancio dell’assessore de Capoa: “L’inizio di un percorso dedicato alla prevenzione e informazione medica per il gentil sesso”
‘Pianeta donna – Parliamo di prevenzione’ è stata l’iniziativa promossa dall’assessorato alla Sanità e Pari Opportunità del Comune di Campobasso, insieme all’Isde, Medici per l’Ambiente.
Tre le giornate dedicate alla ‘medicina di genere’ dedicate alla fase dell’infanzia e dell’adolescenza, dei giovani e degli adulti della terza età.
Sono stati i medici Sergio Zarrilli, Nunzio Colarocchio, Luigia Primiani, Gennaro Barone, Silvana D’Onofrio, Bartolomeo Terzano, Alessandra D’Alauro, Patrizia Cartoccio, Francesco Cosentino, Michela Musacchio, Maurizio Gasperi, Giuseppe Calcagno, Alfonso Di Costanzo e Giulio Giordano ad alternarsi negli interessanti interventi, che hanno interessato la vasta platea delle tre giornate del Circolo Sannitico.
“Questo evento durato tre giorni – il bilancio dell’assessore Emma de Capoa – è stato l’inizio di un percorso rivolto soprattutto alle donne, dedicato alla prevenzione e alla informazione, che tra breve porteremo anche nelle scuole perché è importante promuovere, fin dalla prima infanzia, azioni specifiche dirette alla prevenzione delle malattie ed al mantenimento della salute”.
“È ormai evidente – prosegue l’assessore de Capoa – che si deve necessariamente investire nella prevenzione e nel controllo delle malattie per migliorare la qualità della vita, promuovendo buone abitudini e agendo in particolare sui principali fattori di rischio. È importante, allora, informare, educare, stimolare la responsabilità degli individui, affinché ogni persona, ogni donna, diventi protagonista e responsabile della propria salute e delle proprie scelte”.
“L’evento – chiosa l’assessore comunale – è stato anche l’occasione per ribadire la necessità di un approccio alla salute secondo la medicina di genere che rappresenta, come noto, una nuova prospettiva per il futuro della salute garantendo, proprio attraverso le differenze di genere, fino a poco tempo fa considerate un fattore secondario, l’appropriatezza terapeutica, e cioè diagnosi e cure personalizzate, a seconda del sesso del paziente”.