Cronache marziane / Da bambini ci hanno fatto giurare di restare per sempre con mamma e papà: mai previsione fu più azzeccata. Il 70% dei giovani, disoccupati o precari, vive con i genitori
CRISTINA SALVATORE
In Italia oltre il 70% dei giovani tra i 20 e i 40 anni, vive ancora con i genitori. È quello che rivela un’indagine Istat e che, in fondo, non stupisce più di tanto.
Rispecchia esattamente quello che da piccoli c’hanno fatto promettere mamma e papà: “Giuro che resterò per sempre con voi, non vi lascerò mai”. E il tutto terminava con i genitori che ci stringevano in abbracci calorosi conditi da lacrime di gioia e orgoglio.
Oggi, più o meno, ci troviamo nella stessa situazione, solo che abbiamo raggiunto quell’età in cui, al supermercato, la colla vinilica ci interessa per attaccare il parrucchino e non più per assemblare parti di un modellino in legno.
I nostri genitori continuano a stringerci lo stesso, ma per cercare di sbatterci fuori casa a trovare lavoro, piangendo adesso lacrime di disperazione e cordoglio.
La forte crisi economica è sicuramente il principale motivo alla base del disagio che ha portato i trentenni di oggi a dover vivere ancora con mamma e papà, ma è pur vero che esiste una larga fetta di immaturi cronici incapaci di prendersi le proprie responsabilità e di affrontare l’età dello sviluppo tardivo con accurata analisi clinica. Questi soggetti, spesso di sesso maschile, a 40 anni baciano ancora la mamma sulle labbra prima di uscire di casa, non sono assolutamente in grado di programmare una lavatrice, non sanno cosa voglia dire rifarsi il letto la mattina e non conoscono il vero valore del denaro perché usano da sempre la pensione dei loro vecchi: e perciò al super per la spesa, quando leggono “offerta imperdibile” lasciano cinque euro nel cestino e vanno via.
Hanno difficoltà a trovare una compagna perché una qualsiasi donna sana di mente preferirebbe una vita di clausura piuttosto che una vita intera passata a fare la controfigura della suocera.
Parliamo di bambinoni con reumatismi che ricercano nella propria fidanzata una parte importante della loro madre: precisamente quella parte che gli stiri le mutande, gli appenda i vestiti puliti nell’armadio e gli rimbocchi le coperte prima di andare a letto. Questi bebè attempati, tra l’altro, non riescono mai a decidersi senza prima aver consultato tutta la famiglia in lunghissime riunioni pomeridiane… ma sul tipo di tatuaggio da stamparsi in petto, dal lato del cuore ovviamente, non hanno dubbi: “Mamma, sei la vita mia”, scritto con un font elementare tipo il Comic Sans.
Qualcuno la chiama “sindrome di Peter Pan”, qualcun altro “voglia di restare idiota a vita” ma diciamo che più o meno è la stessa cosa, e ne prendi atto soprattutto quando per caso ti imbatti in questi soggetti – che non avendo fatto nulla durante il giorno possono permettersi una regolare vita notturna infrasettimanale- mentre girano per locali frequentati esclusivamente da teenagers, perché la loro propensione al divertimento, e la passione per i giochi adolescenziali, è direttamente proporzionale alla loro totale inconsapevolezza di apparire dei pirla galattici.