Ciro Ciocca: omicidio o suicidio? Rabbia e dolore a Campobasso e Riccia. Famiglia e amici non credono al gesto estremo e chiedono la verità dei fatti
Una morte che ha fatto sprofondare nell’angoscia l’intera città. Ciro Ciocca, 21 anni, studente di Campobasso, originario di Riccia, non c’è più. Non c’è più per la famiglia, per i tanti amici di cui si circondava, non c’è più al fianco della sua ragazza che tanto amava.
A Parigi, nella sera tra venerdì 2 e sabato 3 settembre 2016, Ciro sarebbe stato accoltellato, secondo le notizie che sono, sin da subito, trapelate. Una serie ripetuta di coltellate su tutto il corpo non lasciava spazio a dubbi, Ciro sarebbe stato ucciso.
A Parigi era andato per studiare attraverso il progetto Erasmus. Studiava tecnologie alimentari a Napoli ed era partito per la Francia solo cinque giorni prima della sua morte.
Ieri, mercoledì 7 settembre, la notizia scioccante, entrata nelle case di tutti gli italiani, e le lacrime hanno trovato spazio sui volti dei familiari e degli amici. Nessuno degli amici più stretti poteva immaginare che quei saluti, dati davanti ad un bar della città, fossero gli ultimi.
Il 27 agosto, infatti, Ciro ha invitato tutti i suoi amici davanti ad un caffè in un noto bar della città: “Ragazzi appena torno ci andiamo a fare una pizza a Napoli, so io dove si mangia bene”, questa la promessa di Ciro quel giorno. Sorrisi, battute e abbracci, questo si è lasciato alle spalle prima di prendere l’aereo che lo avrebbe portato in Francia.
La tristezza si è, poi, trasformata in rabbia quando nella serata di ieri è iniziata a circolare l’ipotesi del suicidio.
Gli amici lo escludono con forza in queste ore e i messaggi alla ragazza “voglio sposarti”, e ad un’amica “non potevo non partire e dire a me stesso di non averci provato”, non sembrerebbero affatto frasi dette da un ragazzo che da lì a poco si sarebbe tolto la vita in un modo così atroce.
Assurdo pensare che un giovane pieno di vita e con tanti progetti davanti andasse fino a Parigi per togliersi la vita.
Il padre, corso immediatamente nella capitale francese, non ha ancora rilasciato dichiarazioni, ma da fonti vicine alla famiglia c’è già la certezza che c’è tutta l’intenzione di andare in fondo alla vicenda e non lasciar cadere tutto nel silenzio.
Cautela, quindi, si dovrebbe avere da parte di chi sta dando adito alla ricostruzione del suicidio.
In questa giornata, soprattutto, ci si aspetta da parte degli inquirenti francesi un’indagine più serrata sul fatto, anche perché dall’ospedale di Parigi lo avrebbero dimesso dopo i controlli.
Ciro non può essere ucciso due volte e questa ombra inquietante che aleggia sulla sua morte dovrà essere al più presto eliminata.
“Che non si parli di un suicidio, Ciro merita giustizia” le parole di un amico stretto del ragazzo. Dalla città di Campobasso, quindi, un appello chiaro e forte per cercare il colpevole, un appello che non può cadere nel nulla.
a.v.