“Il Vajont di tutti” per la ricostruzione del teatro di Amatrice. Lo spettacolo del Savoia per “la rinascita di un luogo simbolo di ogni comunità”. A Campobasso anche il giornalista Pino Ciociola
“Il Vajont di tutti, da Longarone a San Giuliano… riflessi di speranza” torna in scena al Teatro Savoia di Campobasso.
L’appuntamento è in programma domani, mercoledì 7 settembre 2016, e lo spettacolo, scritto e diretto da Andrea Ortis, si ripropone al pubblico campobassano per un fine benefico e solidaristico.
A ingresso con offerta libera, il ricavato sarà devoluto alle zone terremotate per la ricostruzione del teatro di Amatrice, distrutto dal sisma dello scorso 24 agosto.
La presentazione dell’atteso evento c’è stata questa mattina, martedì 5 settembre 2016, nella Sala consiliare di Palazzo San Giorgio, alla presenza del regista Andrea Ortis, della presidente dell’associazione Ouverture, Lara Carissimi, di parte del giovane cast e dei rappresentanti istituzionali Bibiana Chierchia, vice-sindaco di Campobasso, e Antonella Presutti, presidente della Fondazione Molise Cultura.
Prima dello spettacolo, alle 20,30, è in programma l’intervento dell’inviato di ‘Avvenire’, il giornalista Pino Ciociola, che ben conosce il Molise per aver seguito da vicino il terremoto di San Giuliano di Puglia nel 2002, reportage del sisma molisano per il quale gli fu attribuito il premio giornalistico ‘Dino Buzzanti’.
Il giornalista romano salirà sul palco insieme alla presidente Lara Carissimi e sarà intervistato dal giornalista campobassano Giuseppe Formato, direttore responsabile di CBlive.
“Siamo lieti di ospitare la presentazione di un momento importante – il saluto del vice-sindaco Bibiana Chierchia – perché domani la comunità campobassana si stringerà attorno alle popolazioni terremotate, come del resto già ha fatto nei giorni scorsi. Lo spettacolo sarà un modo per riflettere e per aiutare chi è stato duramente colpito nei suoi affetti e nella propria psiche. L’aiuto che arriverà dal capoluogo molisano, con lo spettacolo del Savoia, inoltre, avrà un significato importante: aiutare la ricostruzione del teatro di Amatrice, luogo dove nasce la cultura e con essa la vita di un popolo”.
“È bastato guardarci negli occhi – ha affermato Lara Carissimi, presidente dell’associazione Ouverture – per rimettere in moto la macchina in poche ore. Abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre professionalità per Amatrice, decidendo di devolvere il ricavato dello spettacolo per la ristrutturazione del teatro di Amatrice, perché siamo convinti che la cultura è lo strumento col quale si potrà ricucire lo strappo che si è creato a seguito del terribile sisma. Mi preme ringraziare l’associazione Incima, il Comune di Campobasso e la Fondazione Molise Cultura, quest’ultima perché, viste le previsioni meteorologiche che non consentono la location del Castello Monforte, ci aprirà le porte del Teatro Savoia”.
“Abbiamo messo a disposizione – ha ribadito il regista Andrea Ortis – quello che meglio ci riesce fare per provare a dare un aiuto alle popolazioni duramente colpite dal terremoto lo scorso 24 agosto. Questo spettacolo, per i suoi spunti di riflessione, ha un certo appeal e, in quest’occasione, avrà un significato particolare. La tragedia del Vajont ha un filo conduttore con i successivi disastri italiani e questo concetto ben ce lo potrà far capire il giornalista Pino Ciociola”.
“Non nego – ha concluso Ortis – che ci siamo posti il problema che qualcuno potesse sollevare il dubbio che esistano altre priorità, rispetto alla ricostruzione di un teatro. Noi, però, crediamo che questo sia un luogo che connoti l’identità di un popolo e di un luogo. Potrebbe essere la giusta ripartenza per i nostri ‘cugini’ di Amatrice. Siamo grati alla Fondazione Molise Cultura che ci aprirà il Savoia, luogo incantevole del territorio molisano”.
“Voglio precisare – ha affermato la professoressa Antonella Presutti – che è la Fondazione Molise Cultura grata all’associazione Ouverture e al suo cast per una iniziativa significativa. Le ferite dell’anima, spesso, fanno più male di quelle materiali. E tutti noi abbiamo voluto, con un piccolo gesto, stare al fianco delle popolazioni laziali, umbre e marchigiane. La scelta di devolvere il ricavato alla rinascita di un teatro ha un valore importantissimo, perché si dà un aiuto alla ricostruzione di un luogo di speranza, dove si sviluppa il tessuto civile di una comunità. Nostro compito, comunque, sarà anche quello di controllare ciò che accadrà una volta superata la fase di emergenza, sperando in una svolta per evitare di dover piangere altri morti. E mi riferisco al crollo della scuola di Amatrice, per fortuna priva di studenti, appena quattordici anni dopo il crollo di quella di San Giuliano di Puglia. La cultura, in questo senso, ha una funzione strategica, perché fornisce gli strumenti per un diverso approccio alla capacità di interrogarsi sulle azioni da mettere in campo per un futuro migliore”.