Riforma Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, la battaglia del Molise per salvaguardare i suoi rappresentanti

Vincenzo Cimino
Vincenzo Cimino

All’interno del decreto mille proroghe è stato inserito un articolo in grado di modificare radicalmente il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

Votato alla Camera, prevede in 36 (24 professionisti e 12 pubblicisti) i membri del Consiglio, si suppone eletti in collegi nazionali o in macro aree, fatto che determinerebbe probabilmente la fine per la rappresentanza per le piccole realtà come la nostra.

Diversamente è accaduto al Senato, dove in virtù di un accordo e di diverse mobilitazioni, l’aula ha approvato un Consiglio nazionale a 60 (40 professionisti e 20 pubblicisti). Tutto ciò si è verificato la settimana scorsa, ma attenzione: nemmeno questo dato numerico può salvare il Molise nei due elenchi.

Sarà un decreto attuativo a disegnare collegi e proporzioni tra professionisti e pubblicisti, probabilmente in base ai numeri degli iscritti, quelle cifre che condannano in ogni settore il piccolo Molise.

“A tutto questo, con i fatti, ci siamo mossi un po’ tutti – scrive il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Ciminoper difendere le minuscole realtà. Molise, Basilicata, Umbria, Marche, Liguria, insomma un po’ tutti i consiglieri nazionali si sono dati da fare. Tanti colleghi hanno cercato di coinvolgere i propri parlamentari: noi non siamo stati da meno. Per questo motivo, a nome della delegazione molisana del Cnog a Roma (Cimino, Eremita e Santimone, ndr), ma anche di tanti giornalisti, mi sento di ringraziare il senatore Roberto Ruta, il quale il 4 agosto, su suggerimento del sottoscritto, ha presentato un emendamento che non ha bisogno di particolari commenti: «garantendo la massima rappresentatività territoriale» con le seguenti: «prevedendo che i consiglieri siano eletti su base regionale in proporzione al numero degli iscritti ed in modo da garantire la presenza di almeno un rappresentante per ogni Regione» (Proposta di modifica n. 2.368 al ddl S.2271 in riferimento all’articolo 2). Ebbene, se l’aula dovesse approvarlo, il Molise, come ogni Regione, avrà almeno un consigliere professionista e un consigliere pubblicista. Per questo motivo ringrazio il senatore Ruta per avermi ascoltato, per avere avuto una pazienza incredibile nel capire i nostri problemi, per aver dimostrato una sensibilità che va oltre i partiti e le ideologie. A tal riguardo aggiungo che anche il senatore Ulisse Di Giacomo si è interessato promettendo un intervento in sede di approvazione del decreto attuativo. Laddove non si arriva con i partiti, forse ci riusciamo con i rapporti personali. Ecco, mi piacerebbe che indipendentemente dal risultato finale, che i giornalisti ne facessero tesoro. Questo emendamento lo dedico a tutti i consiglieri nazionali ed ai parlamentari delle “grandi realtà”, che non mi pare si siano strappati i capelli per tutelare i piccoli anatroccoli, ma hanno agito per addolcire la pillola della scure. Ebbene, la pelle noi la vendiamo cara”.

Redazione

CBlive

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