Palazzo San Giorgio, Chierchia risponde a Pascale: “Questa amministrazione sta chiudendo opere aperte e mai chiuse”
L’assessore all’Urbanistica al Comune di Campobasso, Bibiana Chierchia, attraverso una nota stampa, ha risposto al consigliere di Forza Italia, Alessandro Pascale, che negli ultimi giorni non era stato tenero con il vicesindaco del capoluogo molisano.
“La politica è in profondo mutamento: cambiano le istanze, si modificano le percezioni, il linguaggio si è evoluto o involuto (a seconda dei casi) e non tutti ancora riescono a percepire i cambiamenti”. Così inizia la nota stampa dell’assessore Chierchia.
“Il consigliere di opposizione Alessandro Pascale – prosegue Chierchia – continua, da diversi giorni, ad addebitare alla sottoscritta enormi responsabilità. Citando a memoria direi che, dagli attacchi del consigliere, io sarei la responsabile della crisi edilizia, mi occuperei del mio assessorato per circa 15 minuti al giorno (a onor di cronaca mi piace raccontare agli amici che abbastanza spesso mi capita di essere tra gli ultimi ad andar via da Palazzo San Giorgio rischiando anche di rimanerci chiusa dentro), addirittura oserei invitare i cittadini di Campobasso a leggere libri, determinerei i tempi delle risposte della struttura Urbanistica di Palazzo San Giorgio quasi sempre superiori ai 60 giorni previsti dalla legge incompetenza in materia urbanistica.
La politica delle chiacchiere – continua la nota stampa – ha molta meno presa di un tempo. Le persone, i cittadini, chiedono di vedere, di toccare le azioni intraprese; gli annunci, roboanti nelle parole ma inconsistenti nei fatti, non funzionano più.
Nell’aprile 2016 e nello stesso periodo del 2015 il Consiglio Comunale ha chiesto delle relazioni a tutti noi assessori sulle attività svolte; personalmente ho condiviso con il Consiglio Comunale, nelle due occasioni, complessivamente circa 70/80 punti di attività realizzate. Nessuno le ha contestate né le ha potute contestare per il semplice fatto che si tratta di azioni compiute, non annunciate: prima di parlare di incompetenza forse sarebbe il caso che il consigliere si informi (se nel frattempo non ha ancora avuto modo di farlo).
La crisi dell’edilizia, in Italia, dal 2008 al 2015 è stata devastante: il comparto ha perso complessivamente tra attività dirette e indotto circa 700mila unità lavorative. L’edilizia residenziale ha registrato un crollo superiore al 60%, quella non residenziale del 35% e le opere pubbliche del 50%.
Nel 2016 si comincia ad assistere finalmente ad una piccola inversione di tendenza soprattutto nel comparto non residenziale grazie soprattutto alle attività di manutenzione straordinaria e nel settore pubblico.
I problemi sono enormi e vanno sempre affrontati come sistema: amministratori, parti datoriali e parti sindacali devono, ciascuno per propria competenza, collaborare e interfacciarsi, a tutti i livelli, per provare a incidere, con le proprie azioni, alla ripresa di un settore strategico come quello edilizio non riproponendo più le vecchie ricette degli anni ’60. Bisogna realizzare nuovi modelli di sviluppo economico nell’edilizia privilegiando le infrastrutture, soprattutto la rigenerazione urbana.
A Campobasso siamo fin troppo sommersi da opere iniziate e mai portate a termine e questa Amministrazione comunale sta cercando di chiudere situazioni urbanistiche mai concluse (vedi ad esempio il centro polifunzionale di via Emilia in cui abbiamo spostato la farmacia di via Toscana e che sarà presto anche a disposizione delle associazioni).
Addebitare la crisi dell’edilizia, a Campobasso, alla sottoscritta è una storiella che non regge. Bisogna essere più seri nelle analisi e nell’individuazione delle responsabilità.
Gli amministratori devono amministrare e all’inizio della mia esperienza politica (ricordo che è iniziata neanche 2 anni fa) mi sono ripromessa di parlare solo dopo aver agito: l’attività dell’Amministrazione precedente, in cui anche il consigliere Pascale ha svolto un ruolo da protagonista, è stata bocciata dalla cittadinanza campobassana, tant’è che adesso è all’opposizione.
Ora ci siamo noi, un’Amministrazione con molti assessori alla prima esperienza, cittadini campobassani che hanno deciso di impegnarsi in prima persona per la propria città e che hanno il coraggio e la libertà di dire anche dei no. Poi, quando verrà il momento, sarà la città di Campobasso – chiosa il vicesindaco – che deciderà, con il proprio voto, se abbiamo agito bene e per il bene di Campobasso: bacchette magiche in giro non ce ne sono; al momento disponibili ci sono solo persone che si impegnano tanto per il bene comune e che a volte hanno il terribile difetto di leggere molto”.