Pinto (Possibile): “È prioritario risolvere il problema dell’edilizia scolastica con il dialogo tra enti”

Il Presidente del Consiglio comunale, Michele Durante, con Di Monaco e Pinto di "Possibile"
Il Presidente del Consiglio comunale, Michele Durante, con Di Monaco e Pinto di “Possibile”

“È prioritario risolvere il problema dell’edilizia scolastica, ma occorre farlo dando un respiro più ampio alle proposte attraverso il dialogo tra le amministrazioni competenti, Comune e Provincia di Campobasso, che devono lavorare insieme per verificare lo stato degli edifici di loro competenza e ottimizzarne gli spazi per ospitare le scuole del I e del II ciclo”. È quanto afferma Caterina Pinto, componente del movimento Possibile, proponendo un piano dei bisogni che tenga conto delle esigenze delle scuole di ogni ordine e grado.

“Non avrebbe senso adesso – ha proseguito – corrispondere cifre anche elevate ai privati per utilizzare locali spesso inadeguati e che possono ospitare un numero ridotto di alunni. Basti pensare che esistono istituti comprensivi come l’Enrico e Francesco D’Ovidio, i cui edifici sono utilizzati per metà, che potrebbero accogliere gli alunni che adesso sono costretti a spostarsi da una struttura all’altra con tutti i cambiamenti di orario che ne conseguono”.

Un problema che poteva essere affrontato alla radice attraverso il piano di dimensionamento proposto dalla Provincia di Campobasso per aggregare le scuole in poli, ma che è stato bloccato dai soliti conflitti tra istituzioni e campanilismi vari.

“Per questo – ha aggiunto Pintooccorre che le istituzioni preposte governino ed indirizzino le realtà locali a fare rete e non a contrastarsi per la sterile difesa di una dirigenza ritenuta di prestigio per la comunità locale. Una volta attuata la distribuzione ottimale delle scuole sul territorio in funzione del numero degli utenti e delle esigenze di formazione, si sarebbe potuta anche ripensarne la collocazione nei vari edifici”.

Intanto, nell’attesa più o meno lunga che si progettino e si costruiscano nuovi edifici che rispettino le norme di sicurezza assicurando gli spazi funzionali alle esigenze didattiche delle varie tipologie di scuole, “bisogna – ha concluso l’esponente di Possibilecreare le condizioni per utilizzare al meglio le sedi esistenti anche se, in alcuni casi, necessitano di qualche piccolo accorgimento per garantire la sicurezza”.  

 

Redazione

CBlive

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