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Non sono escluse sorprese nell’allargamento della Giunta comunale, Battista: “Acceleriamo lo sviluppo della città”. Sulla sanità: “Potenziare quella pubblica, bene una giusta integrazione col privato”

Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista
Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista

GIUSEPPE FORMATO

È in dirittura di arrivo l’allargamento della Giunta comunale di Campobasso. Il sindaco Antonio Battista è alle prese con le ultime consultazioni: nomi non ne fa. Quelli spesi nelle scorse settimane riguardano Pasquale Colarusso dei Popolari per l’Italia e Francesco De Bernardo, eletto tra le fila dell’Italia dei Valori, oggi capogruppo del “Molise di tutti”. Ma i colpi di scena sono dietro l’angolo. Non sono da escludere scelte diverse, sempre in accordo coi partiti della coalizione di centrosinistra.

“Mi sono preso qualche altro giorno per riflettere – ha confidato il sindaco Battistae per sentire pure i gruppi interessati, anche in funzione delle deleghe da assegnare. Dobbiamo accelerare il processo di ammodernamento della città, potenziando l’azione politico-amministrativa. Rafforzeremo i settori che necessitano un impegno maggiore”.

Il gioco politico delle parti delle ultime settimane ha puntato il dito sull’aumento dei costi. Cosa comporterà un esecutivo con nove assessori? “I nove componenti della Giunta comunale percepiranno il valore di sette indennità. In concreto, avremo tre professionalità e sensibilità in più al costo di uno. Singolarmente, dunque, i sei assessori già in carica subiranno un taglio della propria indennità. A mio avviso, sarà un’operazione che si ripercuoterà sulla città in termini di benefici. Non vogliamo lasciare nulla al caso e saranno gli elettori che, alla fine del mandato, mi chiederanno il conto. L’obiettivo è quello di rendere più vivibile il capoluogo molisano, in termini di occasioni e opportunità per gli studenti e per l’offerta di lavoro sul territorio. La pubblica amministrazione – mi piace ricordare – sta vivendo un momento di impossibilità di procedere a nuove assunzioni, dunque, è importante approfittare, attraverso la sfera politica, della cooperazione tra enti e delle opportunità che offre l’Unione Europea, elementi realizzabili attraverso l’impulso che arriverà dalle persone che stanno lavorando per il bene della città. Dobbiamo provare a guardare oltre i nostri orizzonti e non soffermarci su inutili polemiche, che rallentano sia il processo di sviluppo territoriale sia la tempestività delle risposte e delle decisioni politiche. Questa amministrazione ha deciso di ripartire da quanto di buono fatto nel primo anno e mezzo di legislatura, accelerando ancor di più l’azione di guida del capoluogo regionale”.

È intervenuto sabato 6 febbraio all’Ordine dei Giornalisti del Molise, dove si è insediato il comitato per la salvaguardia della Corte d’Appello di Campobasso. Una battaglia che sta vedendo, una volta tanto, un territorio unito per un unico obiettivo. “Da Roma nessuno fa sconti al Molise. Le decisioni in campo nazionali sono prese in termini di razionalità e produttività. Soltanto una comunità coesa potrà rispondere alle direttive che arrivano dagli organi centrali. L’unità delle menti e l’esperienza dei rispettivi settori servirà per far capire a Roma che anche il Centro-Sud ha fattori di dinamicità, concretezza e voglia di fare per lo sviluppo nazionale”.

Arriverà in aula la prossima settimana lo spinoso argomento della sanità. “Partiamo dal presupposto che la sanità deve essere pubblica. Un pubblico che funziona e per raggiungere questo obiettivo è indispensabile che chi governa il sistema sanitario nazionale metta gli operatori del settore in grado di lavorare con serenità e capacità organizzativa, elementi che esprimono anche le strutture private. I posti letti vanno distribuiti in maniera equilibrata: non si deve penalizzare né il pubblico né il privato e, su questa questione, chi ha orecchie per intendere intenda. La suddivisione dei posti letto deve essere capace di attrarre la richiesta di salute che esprime il territorio e anche quella che arriva da fuori regione. E alcune strutture lo realizzano bene. Le belle strutture private del territorio devono integrarsi ancor di più col sistema sanitario, essendo convenzionati con la sanità pubblica”.

“Sul tema della sanità – ha precisato Battista – non ci si deve bloccare sulla questione ‘Cardarelli’, Fondazione ‘Giovanni Paolo II’ e Neuromed. Guardare solo agli ospedali significa mettersi in trincea, una posizione dalla quale non si riesce a vedere oltre l’orizzonte della propria posizione. Salute, infatti, vuol dire prevenzione e, oggi, occorre prendere atto che sempre più spesso ci si rivolge alla struttura privata. Un elemento, questo, da verificare con attenzione e sul quale soffermarsi per una seria riflessione, affinché si ricerchi una uniformità nell’accesso alla struttura che svolge opera di prevenzione e diagnostica. Non possiamo negare che, allo stato attuale, la sanità non funziona in Molise, come in diverse altre regioni italiane, e dunque il nostro sforzo deve far sì che il pubblico possa lavorare con il privato, creando nuovi elementi per una giusta integrazione del sistema”.

Redazione

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