È corsa alla poltrona a Bojano, città messa in ginocchio dalla disoccupazione. Di Biase alla corte di Frattura, Romano e Perrella giocano a scacchi per superare De Matteis. L’alternativa? Area Matese e Movimento 5 Stelle
GIUSEPPE FORMATO
Poche certezze e tante incognite. La città di Bojano è chiamata alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale. La data indicata dal premier Matteo Renzi è quella del 12 giugno 2016, giorno in cui terminerà dopo dieci anni l’esperienza da sindaco del medico Antonio Silvestri. Queste sono le uniche certezze e sulla data nemmeno tanto.
L’autunno è trascorso nel centro matesino tra una riunione e l’altra, tra sondaggi, richieste di disponibilità a candidarsi. Bojano è una piazza difficile: la percentuale di disoccupazione è ai massimi storici. Negli ultimi anni hanno abbassato le saracinesche tanti piccoli e medi imprenditori nel settore caseario, la chiusura dell’Itam ha preceduto quella della Gam. Bojano gravitava attorno a questi tre poli.
La Gam ha gettato nello sconforto migliaia di cittadini. Non sono pochi coloro che non hanno percepito nemmeno la cassa integrazione tra l’indifferenza generale della classe politica locale e dei sindacalisti. Rimasti a casa senza tutele, dopo oltre venti anni di servizio.
Una domanda è lecita: con che coraggio chi ha governato la città chiederà il voto a chi quotidianamente lotta per provare a mettere a tavola un pezzo di pane? Primo obiettivo a Bojano, dunque, sarà portare l’elettorato alle urne, prospettandosi un’affluenza ai minimi storici. Almeno ascoltando i cittadini.
Partendo da questo drammatico scenario, l’arrivo del 2016 ha intensificato gli incontri per chiudere gli accordi, che condurranno alle elezioni.
Il centrodestra, partito con largo anticipo, sta soffrendo la mancanza di una organizzazione seria a livello regionale. Il presidente della Provincia, Rosario De Matteis, in scadenza di mandato a Palazzo Magno, sembrava l’uomo sul quale convergere, ma sembra che il duo Carlo Perrella-Massimo Romano abbia trovato un’intesa per la candidatura a sindaco dell’avvocato (o del padre Cesare), a discapito dell’ex assessore regionale del Governo Iorio.
Carlo Perrella è attuale assessore alle Politiche per il Sociale del Comune di Bojano, sta lavorando con il sindaco Antonio Silvestri e la sua squadra di governo, ma alle prossime amministrative correrà da avversario. Prima contraddizione in termini. In maggioranza e da assessore oggi, contro l’attuale maggioranza tra quattro mesi. Ma non è il solo caso. Anche chi oggi governa con l’appoggio del centrodestra cinque anni fa, tra quattro mesi si candiderà con l’appoggio del governatore Frattura. E questo la dice lunga su quanto manchi all’Italia il ritorno a un sistema partitico serio, quando gli esponenti di destra stavano su un fronte e quelli di sinistra su quello opposto. Chi decideva di cambiare schieramento, per una questione di “gentlemen’s agreement”, letteralmente rispetto dell’onore e della parola data in un accordo informale (l’espressione del voto, in questo caso), rassegnava le proprie dimissioni. Ma questa è altra storia, di un’altra politica.
Il progetto di Rosario De Matteis, dunque, di capeggiare, da esperto della macchina amministrativa, una lista di giovani sembra essere naufragato. Sembra (ma il condizionale è d’obbligo) che entrambi, Romano e Perrella, guardino al Comune di Bojano con l’obiettivo Regione Molise, considerando che l’avvocato ex consigliere regionale sembra voglia riscattare l’uscita di scena del 2013 e l’assessore bojanese sarebbe pronto per candidarsi al posto della madre, Angela Fusco Perrella. Dalle elezioni nel centro matesino alle regionali del febbraio 2018 mancheranno appena diciotto mesi, dopo l’estate poco più di un anno. Il tempo necessario per una campagna elettorale. Ma ci sarebbe di più. In caso di vittoria, farebbe gola anche la candidatura contro un esponente del centrosinistra (Battista o Sbrocca, sindaci di Campobasso e Termoli) per succedere a De Matteis a Palazzo Magno alle prime elezioni di secondo livello della Provincia di Campobasso.
A Bojano, dopo il pasticciaccio di una crisi senza precedenti, si prospetta una insalata mista, a danno dei tanti cittadini rimasti senza lavoro. L’interesse è la collettività, ma è troppo forte l’interesse per Palazzo Moffa. Da parte di tutti.
Spostandoci al centrosinistra, alla corte di Frattura si potrebbe candidare Marco Di Biase, volto nuovo della politica locale e titolare della clinica Villa Esther. Il suo sarebbe un ritorno in politica di un esponente di famiglia, dopo l’esperienza del padre Gino, fondatore della clinica e già sindaco e consigliere del Comune di Bojano. Si ripeterebbe, così, la sfida Frattura-Romano, rischiosa più per l’avvocato che per l’architetto.
In questa lista, quella dell’attuale maggioranza e benedetta dal Partito Democratico del duo Frattura-Fanelli, potrebbe candidarsi il dentista Silvio Perrella, ex amministratore comunale nell’epoca di Roberto Colalillo. I bene informati riferiscono di un rapporto non proprio amichevole tra il professionista e l’attuale vice-sindaco Policella, l’uomo forte della lista. Servirà una buona mediazione per avere entrambi in corsa, oppure uno dei due potrebbe rinunciare alla corsa alle amministrative.
Gli attuali esponenti della maggioranza Antonio Di Biase, Gianluca Colalillo, Remo Perrella, Angelo Arena, Angelo Bernardo e Sabrina Scinocca dovrebbero appoggiare Di Biase.
Una terza lista sarà quella del Movimento 5 Stelle, che domani, domenica 17 gennaio 2016, aprirà la sede all’ingresso di Bojano, nei pressi dell’associazione Area Matese, tra i cui esponenti ci sono lìavvocato Alfonso Mainelli e il consigliere comunale Virgilio Spina, vicino all’area IdV prima, oggi gruppo regionale ‘Molise di tutti’, ma da sempre distante dall’attuale gruppo appoggiato a Bojano dal governatore Frattura, quest’ultimo tra i promotori, insieme agli ex IdV, dell’associazione politica “Il Molise di tutti”. Mainelli o Spina, dunque, potrebbero essere l’alternativa al centrodestra, al centrosinistra e ai pentastellati.
La politica bojanese ha acceso i motori: assicurarsi un posto in Giunta o in Consiglio comunale e lanciarsi verso le regionali. Senza dimenticare Palazzo Magno.