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Il volto solidale della città di Campobasso nelle parole dei migranti. Sull’erba dello Sturzo, il ricordo delle torture si mescola alla speranza di riabbracciare i propri cari

DSCN2578Campobasso è una città tranquilla e le persone sono amichevoli”. Lo descrivono così il capoluogo di regione alcuni migranti che hanno preso parte al triangolare di calcio al campo Sturzo. L’evento di solidarietà promosso dall’assessorato alle Politiche Sociali all’interno del cartellone ‘Natale in…Comune’ che ha visto scendere in campo la squadra degli amministratori del progetto Sprar, i migranti del medesimo progetto e quelli del Centro di Accoglienza Temporanea dell’Eden. Sull’erba del campetto dove non è mancato il tifo e la voglia di divertirsi di tutti, qualcuno è poi riuscito anche a parlare di sé. Del dramma dal quale è fuggito e delle speranze che, nonostante tutto, riesce ancora a custodire nel proprio animo.

La scuola, l’impegno per imparare l’italiano e la voglia di studiare per approfondire la matematica o la geografia sono ad esempio emerse nelle parole di Omar alle quali si è subito aggregato qualcun altro.

Ma sul quel campetto, durante una manifestazione sportiva, che avrebbe dovuto distogliere i pensieri di chi non si è mai lasciato alle spalle la violenza e la disperazione dalle quali è scappato, è inevitabilmente emerso molto di più.

Non si tratta solo del poter sperare in un futuro migliore, magari grazie alla fede in Dio, che c’è chi non nasconde di avere, ma anche e soprattutto perché, chi ha voglia di guardar avanti nutre il sogno di potersi ricongiungere prima o poi con i propri cari. È questo il caso di un 21enne proveniente dal Gambia e la cui storia trova spazio nella traduzione di Salvatore dell’Oglio, coordinatore al centro di Accoglienza dell’Eden, mentre lo sguardo del giovane africano diviene improvvisamente assente, assorto, semplicemente altrove. La madre del ragazzo lavorava per il governo del posto ed è stata arrestata con l’accusa di furto. Nel paese dell’Africa Occidentale, i contadini ricevono, infatti, gratuitamente i fertilizzanti dallo stato, ma si impegnano a restituire ciò che non hanno pagato, dopo il raccolto. Aiuti per gli agricoltori ai quali si è legata una storia di ammanchi e tangenti dei dipendenti pubblici dove, come spesso accade anche in Italia, a pagare sono gli innocenti. Prelevato a scuola dalle guardie, il giovane africano ha dovuto assistere con i suoi occhi alle torture inflitte alla madre, affinché quest’ultima potesse confessare un reato che, molto probabilmente, non ha mai commesso. È stato a quel punto che ha deciso di scappare, perché quelle atrocità presto sarebbero toccate anche a lui.

La sua richiesta di asilo politico ha però ricevuto esito negativo dalla Commissione territoriale e ora il suo destino dipenderà da un giudice che dovrà pronunciarsi a seguito di un ricorso al Tribunale. Così, dopo aver rischiato la vita su un barcone, il ragazzo aspetta ancora di conoscere il suo destino, che a breve sarà scritto nero su bianco. La speranza però non la perde, così come non rinuncia all’entusiasmo nell’imparare l’italiano e nemmeno a quello del tifo per la sua squadra: in un pomeriggio qualunque, dove i cattivi pensieri non ti abbandonano nemmeno se è da poco passato Natale.

FAB.ABB

 

Redazione

CBlive

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