Gli studenti del Liceo Scientifico a lezione di storia con l’ambasciatore Emilio Barbarani. L’11 settembre non è solo la data dell’attacco alle Torri Gemelle, ma in Cile l’inizio della dittatura di Pinochet
GIUSEPPE FORMATO
L’ambasciatore Emilio Barbarani è stato ospite a Campobasso, all’auditorium dell’ex Gil, dove il Liceo Scientifico ‘Alberto Romita’ ha organizzato una interessantissima lezione di storia contemporanea.
‘L’altro 11 settembre’ è stato l’argomento che ha risvegliato l’attenzione delle generazioni più giovani (ma non solo), rispetto a una data, particolarmente significativa per chi mastica un po’ di storia, che dal 2001 è ricollegata agli attentati alle Torri Gemelle a New York.
Una data che ha cambiato la storia dell’umanità: un punto di svolta sotto tantissimi aspetti. Da martedì 11 settembre 2001, infatti, sono cambiati gli equilibri internazionali, ma anche l’informazione. In quel giorno nefasto, infatti, ci fu il primo boom delle notizie in tempo reale via internet. La professoressa Adele Fraracci, promotrice dell’incontro, insieme alla docente Simonetta Tassinari, ha parlato di “congelamento della memoria storica con gli attentati alle Twin Towers”, mettendo in risalto i punti in comune “entrambi gli eventi capitati l’11 settembre, entrambi di martedì e nei quali è cambiata la storia con attacchi dal cielo”.
La presenza dell’ambasciatore Emilio Barbarani, però, non voleva essere un ricordo di quell’avvenimento; bensì, martedì 11 settembre è da ricordare perché nel 1973, a Santiago del Cile, Pinochet rovesciò con un colpo di Stato il governo democraticamente eletto, guidato da Allende.
Barbarani ha raccontato agli studenti del ‘Romita’ gli aneddoti della sua esperienza in quegli anni difficili, riportati nel libro ‘Chi ha ucciso Lumi Videla?’.
Il periodo storico è stato descritto in maniera efficace, prima dell’intervento dell’ambasciatore, dalla professoressa Simonetta Tassinari, brava a evidenziare il periodo storico, quanto meno, particolare, considerando che quella in Cile non fu l’unica dittatura che andò al potere (con l’accondiscendenza degli Stati Uniti). Erano gli anni in cui l’Italia si avviava verso il Compromesso storico tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, stipulato da Aldo Moro ed Enrico Berlinguer.
La storia che ha raccontato Barbarani, come ha sottolineato la professoressa Adele Fraracci, narra di una bella Italia, quella che può credere nelle Istituzioni, perché l’ambasciata del Belpaese in Cile rappresentò l’unico luogo di salvezza per i dissidenti del governo totalitario, in fuga dalla polizia segreta, concedendo loro il diritto d’asilo. Furono salvati, di fatto, circa 750 cileni.
All’epoca, Barbarani era un giovane consigliere all’ambasciata italiana in Cile, i cui ricordi oggi riaffiorano, partendo da un mistero: il ritrovamento del corpo di Lumi Videla, una giovane dissidente di sinistra, sequestrata, uccisa e torturata, il cui cadavere fu ritrovato nel giardino dell’ambasciata. E proprio per far luce sul mistero, un mese dopo il delitto, il giovane diplomatico, senza essere accreditato, fu inviato a Santiago del Cile.
Si disse che la giovane attivista morì dopo un festino, ma come ha spiegato l’ambasciatore “fu un atto intimidatorio contro l’opera portata avanti dall’ambasciata italiana”.
Tanti gli aneddoti raccontanti da Barbarani, che ha riportato alla luce una storia sconosciuta dopo essere andato in pensione. Oltre agli amori durante quel periodo, anche l’incontro con Pinochet dopo la sua ‘caduta’: “un dittatore che restò in politica tra i banchi del Parlamento, senza essere mai di fatto stato arrestato, nonostante la sua destituzione a seguito di un referendum nel 1990 che riportò la democrazia in Cile e, soprattutto, per i crimini contro l’umanità che gli sono stati ascritti”.
L’ex dittatore, infatti, conservò la carica di capo delle Forze armate del Cile democratico fino al 1998, quando diventò senatore a vita, ruolo che gli garantì l’immunità parlamentare.
Ad assistere all’incontro, portando il saluto dell’Ufficio di Governo sul territorio, il vice-Prefetto, Pierpaolo Pigliacelli, insieme agli studenti e ai docenti del Liceo Scientifico ‘Romita’, il cui saluto è stato affidato alla Dirigente Scolastica, la professoressa Anna Gloria Carlini.