Al Parlamento Europeo si parla di ictus e della diagnosi precoce, Aldo Patriciello: “Servono maggiori misure di prevenzione”
In Europa l’ictus uccide circa 650.000 persone all’anno e troppo spesso i suoi sintomi non vengono riconosciuti, causando un grave ritardo alle azioni di diagnosi e trattamento. In Italia si calcola che vi siano circa 200.000 casi di ictus celebrale ogni anno: si tratta della terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e i tumori, e la prima causa di invalidità.
Sono questi alcuni dei dati emersi durante il convegno tenutosi a Bruxelles, presso la sede del Parlamento Europeo, sulla prevenzione e cura dell’ictus celebrale. Promotore dell’evento l’Intergruppo Parlamentare che, composto da Senatori e Deputati del Parlamento italiano ed Eurodeputati italiani, ha come scopo quello di sensibilizzare il Governo italiano e le istituzioni europee sulla problematica dell’ictus, in particolare sulle modalità di prevenzione e cura di questa devastante malattia.
“L’ictus celebrale non rappresenta soltanto un fattore di grave rischio per la nostra salute ma anche una seria minaccia al nostro intero Sistema Sanitario”, afferma Aldo Patriciello, deputato europeo, membro dell’Intergruppo e della Commissione Ambiente, Salute pubblica e Sicurezza Alimentare.
“Le preoccupanti cifre che sono emerse nel corso del convegno dimostrano che tanto ancora c’è da fare, sia sul fronte della prevenzione che per quanto riguarda la diagnosi e il trattamento della malattia. Discuterne a Bruxelles – spiega l’eurodeputato azzurro – , nella sede del Parlamento europeo, ha anche una valenza simbolica: chiediamo a tutte le istituzioni europee ed ai Governi degli Stati membri di predisporre campagne di sensibilizzazione e screening, nell’ottica di accrescere la facilità di accesso alle informazioni sulla malattia”.
Di tutte le malattie associate al cervello, infatti, l’ictus è quella che può maggiormente essere prevenuta. Tuttavia, molte persone ne sottovalutano la gravità, trascurando importanti elementi di prevenzione e diagnosi che invece sono in grado di salvare la vita, se presi nella giusta considerazione.
“Purtroppo molte persone non comprendono che i modi più efficaci per prevenire l’ictus sono alla portata di tutti: controllo della pressione, diagnosi corretta, un regime alimentare adeguato e uno stile di vita sano. Per questo abbiamo ritenuto opportuno porre l’attenzione sulla necessità di un’estesa ed efficace campagna di sensibilizzazione. Investire in prevenzione – conclude Patriciello – non costituisce affatto una perdita da un punto di vista economico, ma un guadagno rispetto ai costi che la comunità deve sopportare ogni volta si è alle prese con un caso di ictus celebrale”.