Gestore unico dell’acqua, otto Comuni ricorrono al Tar e chiamano a raccolta altri amministratori. “Il Molise dica no all’Egam”
Presentati nella sala del Consiglio Provinciale di Campobasso i ricorsi al Tar inoltrati da alcune amministrazioni comunali contro la gestione del Servizio Idrico Integrato e l’istituzione dell’Egam, Ente di Governo d’Ambito del Molise e curati dagli avvocati Massimo Romano, Pino Ruta e Margherita Zezza. I Comuni in questione al momento sono Campodipietra, Bonefro, Campochiaro, Guardiaregia, San Polo Matese, Roccamandolfi, Civitanova e Pescolanciano, ma a questi potrebbero aggiungersene altri molto presto. Insomma, si tratta di una vera e propria battaglia per difendere l’acqua pubblica che nasce dalla preoccupazione della possibile privatizzazione e da un vertiginoso aumento delle tariffe.
La delibera della Giunta Regionale numero 285 del 15.06.2015 ha stabilito che entro il prossimo 30 settembre il Servizio Idrico Integrato dovrà essere affidato ad un unico gestore, individuando quindi un unico Ambito Territoriale Ottimale, ossia l’intero territorio regionale.
Il sindaco di Campodipietra, Giuseppe Notartomaso, che ha dato il via all’incontro, ha espresso grande preoccupazione per le sorti della gestione di un bene prezioso come l’acqua che dovrebbe restare un bene pubblico.“Con l’istituzione di questo nuovo Ente – ha detto – l’intero servizio idrico sarà nelle mani di un unico gestore, con tutto quello che significherà in termini di costi e di efficienza del servizio. Quello che dico – ha proseguito – è supportato da dati: ad esempio in Toscana hanno rilevato il 38% di spreco di acqua con tariffe a carico di alcuni gestori che hanno sfiorato addirittura i 5 euro a metro cubo. L’ acqua – ha proseguito il sindaco – è un bene fondamentale per tutti e il suo accesso deve essere libero. I cittadini devono prendere coscienza di quello che sta accadendo nel nostro paese, perché la gestione del Servizio Idrico Integrato è uno scempio e un’offesa al nostro lavoro. Una gestione ancora più grande non potrà che dare risultati peggiori in quanto più piccoli sono i soggetti che operano nel Servizio Idrico e migliori sono i risultati, il dato è inconfutabile”.
Uno dei cardini della contestazione, ovviamente oltre il mnacato passaggio in aula del Consiglio regionale, sarebbe la non conformità della riforma alle direttive Europee. In particolare Notartomaso ha fatto riferimento ai punti 28 e 46 della Risoluzione del Parlamento Europeo adottata l’8 settembre 2015 con 363 voti favorevoli,96 contrari e 231 astenuti. Il punto 28 di tale Risoluzione invita la Commissione, la Banca europea per gli investimenti e gli stati membri a sostenere i comuni dell’Ue che non dispongono del capitale necessario per accedere all’assistenza tecnica, ai finanziamenti della Comunità disponibili e a prestiti a lungo termine a tassi d’interesse agevolati, in particolare allo scopo di provvedere alla manutenzione e al rinnovamento delle infrastrutture idriche in modo da garantire servizi idrici di elevata qualità ed estendere i servizi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari ai gruppi più vulnerabili della popolazione,.
Anche il punto 46 ricorda che la scelta di riassegnare i servizi idrici ai comuni dovrebbe continuare ad essere garantita in futuro senza alcuna limitazione e può essere mantenuta nell’ambito della gestione locale, se così stabilito dalle autorità competenti, ricorda che l’acqua è un diritto umano fondamentale che dovebbe essere accessibile e alla portata di tutti, indipendentemente dall’operatore.
Intanto, mentre il Movimento 5 Stelle chiede con forza una Legge regionale che riordini il servizio idrico integrato, i sindaci del Molise si sono dati appuntamento a Napoli per il prossimo 20 settembre all’incontro promosso dal primo cittadino partenopeo, Luigi De Magistris.
crist. salv.