Il Codacons Molise si schiera dalla parte del Ministero dei Beni Culturali nel procedimento a difesa dell’ex Cinema Ariston

L'ex cinema Ariston di Campobasso
L’ex cinema Ariston di Campobasso

Raccogliendo l’appello di cittadini e associazioni, il Codacons prende posizione sull’ipotesi di riqualificazione dell’ex Cinema Teatro Ariston di Campobasso, schierandosi dalla parte del Ministero dei Beni Culturali che ha avviato il procedimento di apposizione del vincolo architettonico sull’edificio per scongiurarne la demolizione e la trasformazione in un massiccio intervento di edilizia privata. Lo comunica la Codacons in una nota stampa.

Il Codacons nazionale, unitamente al Codacons Molise, ha infatti deciso di intervenire nel giudizio promosso innanzi al Tar Molise dalla società proprietaria dell’ex Cinema Teatro Ariston di Campobasso contro il decreto del Ministero di apposizione del vincolo storico e architettonico sull’immobile, impugnando, in particolare, la comunicazione di avvio del procedimento finalizzato al riconoscimento del notevole interesse culturale ai sensi della legge 241/1990 e del decreto legislativo 22.01.04 n. 42 (codice dei beni culturali).

L’iniziativa del Codacons è finalizzato a salvaguardarne il valore storico ed architettonico, minacciato dal rischio della sua demolizione propedeutica ad un consistente intervento immobiliare.

Trattasi, infatti, di un fabbricato di notevole pregio estetico, risalente alla fine della Seconda Guerra Mondiale (1947-1950), ubicato nel pieno centro di Campobasso a ridosso del perimetro dell’area cd. murattiana, riconosciuto come di notevole interesse culturale dal Ministero dei Beni culturali. Come tale, esso è stato recensito nell’ambito del “censimento nazionale delle architetture italiane del secondo novecento” realizzato dal Servizio V – Architettura e Arte Contemporanee – dell’ex Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee ai fini della valorizzazione e la promozione della conoscenza delle opere di architettura contemporanea, avviato nei primi anni del 2000 dall’ex Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanee (DARC), e proseguito dall’attuale Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura contemporanee e Periferie urbane (DG-AAP), istituita con DPCM 29 agosto 2014, n. 171, per la definizione di opportune strategie per la promozione dell’architettura contemporanea e la riqualificazione e il recupero delle periferie urbane, sta proseguendo nel programma di ricognizione e documentazione del patrimonio architettonico realizzato in Italia dal dopoguerra ad oggi (cfr. http://www.sitap.beniculturali.it/architetture/). Dal sito del Ministero si legge, infatti, quanto segue: “L’edificio, di forma compatta e regolare, delinea un intero isolato del centro città ai limiti del centro storico medioevale – si legge nel comunicato stampa. Trattasi di architettura novecentesca dell’immediato dopo guerra che si inserisce in un piano nazionale di edificazione di edifici similari. Il fabbricato presenta tre fronti rifiniti ad intonaco con fasce, sempre intonacate, verticali con soluzione angolare su via Cardarelli dove si apre l’ingresso principale. L’impianto planimetrico interno è semplice e funzionale e manifesta appieno le qualità tipiche che un edificio per lo spettacolo doveva all’epoca avere, in termini di funzionalità, di sicurezza, di equilibrio tipologico, e dimostra in modo chiaro il suo debito formale ad uno stile tipico italiano del periodo fascista, definito ‘novecento’, che potremo qualificare, in questo caso, del “tardo novecento”, in cui gli elementi espressivi più ancorati al classicismo, cominciano a stemperarsi verso una contaminazione razionalista, che, però, non ancora si manifesta nelle forme più autentiche considerato il contesto entro cui quell’edificio fu collocato”.

Il Codacons, rappresentato e difeso dagli avvocati Pino Ruta e Massimo Romano, ha raccolto l’appello di cittadini, storici, intellettuali ed esperti di arte, architettura ed urbanistica che hanno promosso raccolte firme e manifestazioni di adesione per la sensibilizzazione rispetto alla tutela e salvaguardia dell’immobile e per scongiurarne l’abbattimento (tra i quali l’appello pubblico “Salviamo il Cinema Teatro Ariston di Campobasso” promosso dall’associazione Il Bene Comune).

La decisione del Tar è attesa per giovedì 10 settembre 2015.

Redazione

CBlive

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