La comunicazione dell’Asrem: la riflessione del consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino

Vincenzo Cimino
Vincenzo Ciminocimino

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA VINCENZO CIMINO, CONSIGLIERE NAZIONALE DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI

Leggo ed ascolto con particolare interesse servizi, articoli, lettere ed inchieste sulla sanità del Molise. Mi piacerebbe che si accennasse anche ad una tematica da me lanciata qualche mese fa: la comunicazione dell’Asrem. Negli anni scorsi, dai manager Florio e Percopo, si poteva contare sul portavoce giornalista professionista Roberto Aiello, su due giornaliste pubbliciste Sandra Di Lallo ed Eleonora Mancini presso la struttura di via Petrella a Campobasso ed il presidio di Isernia, e sul dipendente Gino De Gregorio, giornalista pubblicista, addetto stampa a tempo indeterminato ubicato a Termoli. Anni addietro potevamo contare anche su di una rivista sanitaria del collega Tonino Scarlatelli e fu bandito anche un concorso per due video impaginatori, sempre per l’allora Asl di Termoli. Altri colleghi, ma con compiti non giornalistici, ma a volte funzionali alla comunicazione, venivano impiegati presso la struttura del nosocomio di Agnone.

Veniamo ad oggi. I nuovi manager non hanno inteso servirsi della figura del portavoce, le due colleghe con contratti di collaborazione sono rimaste disoccupate dopo anni di proroghe, sacrifici e speranze di sistemazione, il collega assunto ora è in pensione da un mese. Due anni fa, si bandì un concorso per due giornalisti con contratti di collaborazione. La procedura è stata prima sospesa poi annullata dalle nuove menti pensanti e vi furono anche indagini da parte della Procura della Repubblica. Risultato: non si comunica più e di questi colleghi e posti di lavoro non ne parla più nessuno.

Mi piacerebbe sapere se il posto in pianta organica nell’ufficio stampa sarà rimpiazzato con apposito concorso oppure se si deciderà di tagliare e quindi di non dotarsi di una figura così importante quale l’addetto stampa. Mi piacerebbe sapere se sia mai possibile che in una Regione, l’unica azienda sanitaria non debba dotarsi di un ufficio stampa con ben 6 ospedali. Mi piacerebbe sapere se non sia il caso di utilizzare almeno quei giornalisti, ora assunti con funzioni amministrative, con mansioni più congeniali alla causa, alla loro preparazione ed ambizione. In poche parole, ma la rassegna stampa la deve fare qualcun altro, magari da un altro ufficio?  Ma tanto nella nostra regione fanno più audience i casi di malasanità, di spreco, di disservizi, come se la categoria dei giornalisti non fosse scevra da problematiche occupazionali. In ultimo mi domando: ma gli organi deputati alla tutela dei giornalisti, esistono in questa regione o determinate battaglie e mobilitazioni debba farli sono qualche consigliere dell’Ordine?

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